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Bologna: Rassegna "Il Sabato all'Accademia" - Regia Accademia Filarmonica di Bologna
QUARTETTO ECHOS Quartetto vincitore del Premio “Piero Farulli” della Critica Musicale “Franco Abbiati” 2017 (per l’anno 2016) Il quartetto d’archi ‘Echos’ nasce nel 2013 all’interno del conservatorio G. Verdi di Torino dalla passione per la musica da camera che da sempre ne accomuna i componenti. Grazie all’ispirazione di due professionisti che hanno dedicato al camerismo tutta la loro carriera quali Antonio Valentino e Claudia Ravetto, il Quartetto Echos cresce e si forma a Torino, approfondendo il repertorio quartettistico e non solo. Il Quartetto Echos può vantare la collaborazione con il M° Bruno Giuranna nel marzo 2014 interpretando il quintetto op. 111 di Brahms al termine di una masterclass da lui tenuta presso il Conservatorio di Torino. Nello stesso anno esegue il quartetto op. 18 n. 1 di Beethoven alla presentazione del saggio “I quartetti per archi di Beethoven” di Quirino Principe presso il Salone del Libro di Torino. Nel 2015 il Quartetto Echos intraprende un percorso di perfezionamento con il Quartetto di Cremona presso l’Accademia “W. Stauffer” di Cremona. Il gruppo si perfeziona inoltre con il M° A. Pinzaru, primo violino del Quartetto Delian, e presso l’Accademia di Musica di Fiesole con Antonello Farulli, Miguel da Silva e Andrea Nannoni. Ha preso parte a corsi e masterclass con Lukas Hagen, Oliver Wille, Andras Schiff, Quartetto di Cremona, Ezio Bosso, Simon Rowland Jones e altri. Attualmente segue un ciclo di lezioni con il Quartetto Belcea e Cristoph Giovaninetti presso la Scuola di Musica di Fiesole. È stato invitato come quartetto italiano ai festival “North Norfolk Music Festival” 2019, “Quatuors à Cordes en Pays de Fayence” e “Quatuors à Bordeaux” 2018, esibendosi in concerto presso Chateau Lafite e frequentando le lezioni di Alain Meunier, Luc-Marie Aguera (Quartetto Ysaie) e del Quartetto Prazak. Il Quartetto è un Ensemble nominato dalla Scuola di Musica di Fiesole in seno a ECMA (European Chamber Music Academy) e partecipa a sessioni con grandi docenti internazionali. Ha suonato per importanti stagioni concertistiche italiane tra le quali Unione Musicale di Torino, Società del Quartetto di Milano, Filarmonica Laudamo di Messina, festival MiTo Settembre musica, CaMu di Arezzo. Il quartetto è stato inoltre selezionato per partecipare al progetto “Le Dimore del Quartetto” in collaborazione con ADSI, iniziativa a sostegno dei giovani quartetti italiani e che permette loro di esibirsi nelle più belle dimore del Paese. Note al programma di Guido Giannuzzi Antonín Dvořák arrivò negli Stati Uniti per dirigere il Conservatorio di New York nel 1892, allettato da un compenso annuale di 15.000 dollari, una cifra favolosa. Quando partì per il Nuovo Mondo, era un compositore già molto conosciuto, con una solida formazione e numerosi successi all’attivo. In questi anni oltreoceano – Dvořák restò in America fino al 1895 – il compositore, già assai interessato alla tradizione popolare delle sue terre, sviluppò anche un’attenzione per quella del grande Paese che lo stava così generosamente ospitando. Nacquero, così, le due composizioni più note del periodo americano, la Sinfonia n. 9 in Mi minore, op. 95, Dal Nuovo Mondo e il Quartetto n. 12 in Fa maggiore, op. 96 Americano. Le influenze popolari, per i compositori della generazione di Dvořák, avevano, però, il gusto di una spezia con cui giusto insaporire l’arrosto, che restava ben condito con gli ingredienti del grande sinfonismo romantico. Addirittura, Dvořák stesso confessò che i temi popolari, specie per la Sinfonia, erano tutti inventati; essi erano, però, caratterizzati dalla scala pentatonica, che essendo tipica di tanta musica popolare – dalla quella slava a quella irlandese, a quella afro-americana – permettevano al compositore un’originale ibridazione tra la musica della sua terra e quella americana. Così, il Quartetto detto appunto Americano, composto nel 1893 a Spilville, una cittadina dello Iowa dove era ospite di una comunità di boemi, attinge alla stessa finta tradizione della Sinfonia: nel primo movimento si sentono distintamente i suoi echi. Il secondo tempo pare sia stato influenzato da uno spiritual, e il finale vorrebbe forse ricordare l’andamento spasmodico della locomotiva di un treno, grande passione di Dvořák e omaggio agli sconfinati spazi americani. La visione del mondo di Leoš Janàček, anch’egli boemo, fu sensibilmente differente da quella di Dvořák e il confronto della loro musica ne è misura evidente: Dvořák, cattolico convinto e mosso da una grande fede, ebbe una notevole luminosità come tratto caratteristico del suo comporre. Janàček, invece, fu uomo profondamente malinconico: dopo la Grande Guerra, poi, la sua visione del mondo, già pessimista, trovò la sua massima manifestazione nell’opera Da una casa di morti, tratta dall’omonimo libro di Dostoevskij. Quando Janàček aveva ormai sessantaquattro anni, conobbe però l’amore di una donna, Kamila Stõsslovà, di trentotto anni più giovane; entrambi erano sposati ma la passione vinse le convenienze sociali e i due rimasero legati da un rapporto profondo fino alla morte di lui. Dieci anni dopo quest’incontro, tra il gennaio e il febbraio del 1928, Janàček volle comporre il suo secondo Quartetto per mettere in musica il loro amore, come le scrisse chiaramente: «Ho cominciato un Quartetto e lo chiamerò Lettere d'amore. Conterrà la nostra vita». Il quartetto ebbe, come titolo definitivo, quello di Lettere intime e Janàček, spinto da un trasporto così inebriante, vi dispiegò una serie d’immagini vivide, scabre, senza mediazioni, che ci trasportano nell’intimità della coppia, senza imbarazzi né censure. Così, se la struttura dei quattro movimenti che compongono il Quartetto non segue le forme tradizionali, il contenuto autobiografico che li anima è descritto con precisione, come composto di quattro “occasioni sentimentali”. L’Andante iniziale ci riporta al suo primo incontro con la ragazza, l’Adagio, a un soggiorno estivo in Moravia, il Moderato all’immagine dell’amata; l’Allegro, infine, rivela la sua timidezza nei confronti della giovane donna: «La paura di te. Ciononostante non rifletterà il timore, ma un languore». Janàček morì prima di poter ascoltare in concerto questa sua intensa lettera d’amore, il 12 agosto del 1928. Informazioni: BIGLIETTI Ridotto under 35 8 euro - Ridotto 16 euro - Intero 20 euro BIGLIETTERIA: sabato 9 novembre i biglietti sono in vendita presso la Sala Mozart, a partire dalle 16.30. Nei giorni precedenti la biglietteria è presso Bologna Welcome, in Piazza Maggiore n.1/E, aperta dal martedì al sabato, dalle 13 alle 19. Tel. 051 231454. Biglietti in vendita anche sul sito www.vivaticket.it Info: www.accademiafilarmonica.it
Sabato 09 novembre 2019, ore 17.00
Sala Mozart, via Guerrazzi 13, Bologna |
Dati ente organizzatore
INDIRIZZO: via Guerrazzi 13 - 40125 - BOLOGNA - BO - Italia
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