INTERVISTE



#nuoveincisioni - Giovanni Noventa: 5 domande a interpreti in occasione del loro ultimo lavoro discografico
Incontriamo Giovanni Noventa, in occasione dell'ultimo lavoro discografico pubblicato con l'etichetta Movimento Classical.
Come hai scelto il repertorio del tuo ultimo CD? Il mio ultimo CD, Une Soirée à Paris, è simbolicamente un viaggio sonoro all’interno della Parigi dei primi decenni dell’Ottocento, capitale vivace e cosmopolita dove la musica, e in particolare la chitarra, conobbe un periodo di straordinario fermento. L’idea era quella di restituire l’atmosfera di un salotto parigino dell’epoca, dove si potevano ascoltare alcune delle pagine più raffinate di quel tempo. Per costruire questo itinerario musicale ho selezionato le composizioni di alcuni tra i più importanti chitarristi-compositori attivi a Parigi in quel periodo: Dionisio Aguado, Fernando Sor, Ferdinando Carulli, Matteo Carcassi e Napoléon Coste. Ognuno di loro ha avuto un legame profondo con la città. • Dionisio Aguado, spagnolo, si trasferì a Parigi nel 1825 in occasione della traduzione francese del suo manuale, Méthode complète pour la guitare, da parte di François de Fossa. Qui strinse una profonda amicizia con Sor che gli dedicò uno dei suoi più celebri brani per due chitarre, Les deux amis op. 41. • Fernando Sor, anch’egli spagnolo e considerato uno dei massimi compositori per chitarra classica, visse a lungo a Parigi, dove si trasferì dopo aver dovuto lasciare la Spagna per motivi politici. Avendo accettato in Spagna una posizione amministrativa nella polizia del governo di occupazione napoleonica, sotto la monarchia di José Bonaparte, dovette trovare rifugio a Parigi dopo la cacciata dei francesi nel 1813, temendo ripercussioni. Nella capitale francese trovò un ambiente favorevole alla sua raffinata scrittura musicale e vi pubblicò molte delle sue opere più mature. • Ferdinando Carulli, napoletano, fu uno dei primi a stabilirsi a Parigi, diventandone un protagonista assoluto: concertista, didatta e compositore prolifico (il suo catalogo annovera un totale di 366 numeri d’opus ai quali vanno aggiunte alcune decine di brani senza numero di opera) e fu autore del celebre Méthode complète de guitarre ou lyre op.27. • Matteo Carcassi, fiorentino, arrivò a Parigi nel 1816 circa e compose circa 100 composizioni per chitarra, comprendenti fantasie, sonate e temi con variazioni, gran parte delle quali furono stampate a Parigi da Meissonier. • Napoléon Coste, l’unico francese del gruppo e allievo di Sor, il più importante compositore per chitarra del romanticismo francese, iniziò con composizioni improntate su un carattere classico, ma quelle successive si distinsero per un gusto descrittivo e l’utilizzo di elaborate armonie romantiche. A completare questo ritratto ho voluto includere Niccolò Paganini, figura leggendaria del concertismo ottocentesco. Anche se non visse stabilmente a Parigi, vi si esibì con enorme successo durante il suo tour europeo, suscitando clamore e ammirazione. Non tutti sanno, anche a causa della sua fama mondiale di violinista, che Paganini aveva un’intima relazione con la chitarra: cominciò a studiarla nel 1801, arrivando a comporre un ingente numero di brani per questo strumento, tra cui spiccano le sonate (per chitarra sola e per chitarra e violino), i 43 Ghiribizzi e quindici quartetti per chitarra e archi. La chitarra era per lui uno strumento “intimo e confidenziale”, spesso suonato in privato, e rappresentava un momento di intimità e riflessione tra un trionfo violinistico e l’altro. Con Une Soirée à Paris ho voluto offrire non una mera raccolta di brani, ma un’esperienza sensoriale: chiudendo gli occhi e lasciandovi cullare dal suono vibrante della chitarra spero possiate immergervi nelle atmosfere di una Parigi elegante e musicale, ascoltando ciò che forse si poteva udire in una serata di primo Ottocento, tra candele, tappezzerie finemente decorate, l’odore del legno lucido dei mobili e il sussurro discreto delle corde.
Quale strumento hai utilizzato per la registrazione? Ho utilizzato la mia Philip Woodfield n.409 “Ester” del 2018. Questo strumento ho deciso, di comune accordo con il liutaio, di battezzarlo con il nome di mia nonna. Lei ha sempre creduto in me e mi ha sempre incoraggiato e sostenuto a perseverare e perseguire il mio sogno musicale. Ho deciso di dedicare questo disco a lei, che da qualche anno non c'è più. Ora che non è più tra noi suonare la chitarra che porta il suo nome rompe il silenzio della sua assenza.
Dove hai effettuato l’incisione e come ti sei trovato con l’ingegnere del suono? Ho registrato il disco al Bartok Studio di Raffaele Cacciola. Cacciola è un musicista eccezionale e collaborare con lui è stato incredibilmente stimolante. Sono state tre giornate intense e ricordo ancora l’emozione del primo giorno: entrando in studio mi trovavo circondato dalle registrazioni di Giulio Tampalini, Enrico Bronzi, Andrea Manco, Roberto Plano e altri. Vedere i dischi di questi grandi artisti, registrati proprio in quel luogo, mi ha dato una grande carica e mi ha spinto a esprimermi al massimo. Ringrazio di cuore il Maestro Cacciola per questo progetto, con la speranza di poter registrare ancora molti altri dischi insieme in futuro.
Oggi la musica registrata, grazie al web, viene ascoltata ovunque: smartphone, computer, webradio. Che significato ha incidere un cd per un’etichetta discografica? Registrare un disco significa avere l’opportunità di far arrivare la propria musica a un pubblico vasto, uscendo dal proprio studio e condividendo la propria idea musicale con il mondo. È una grande occasione di visibilità e crescita. Ringrazio di cuore Movimento Classical e il Maestro Raffaele Cacciola per aver creduto in me e nel mio progetto, inserendomi in un catalogo così prestigioso, che annovera alcuni dei più importanti artisti internazionali, come Giulio Tampalini, Giovanni Sollima, Massimo Quarta, Enrico Bronzi, Roberto Plano, Giuseppe Andaloro, I Virtuosi della Scala, il Quartetto della Scala, e molti altri.
Quali sono i tuoi prossimi impegni concertistici? Il mio prossimo impegno concertistico sarà il 19 giugno alle ore 21, al Teatro Mazzacorati di Bologna, uno splendido teatro storico del 1763. Nei mesi successivi sarò impegnato in altri concerti, sia come solista che in duo con il soprano Elene Sanadze.

Salutiamo Giovanni Noventa ringraziandolo per la gentile chiacchierata nell'attesa di ascoltarlo presto dal vivo.

@Anna Rita Pappalardo


CD
Interprete: Giovanni Noventa,
Movimento Classical, 2025
Numero di catalogo discografico MVC 001/151

Descrizione:
Le opere qui riunite sono legate da un sottile fil rouge, che ci riporta ai primi decenni dell'Ottocento, allorché a Parigi - all'epoca considerata capitale mondiale della musica - la chitarra conobbe una lunga stagione di successi grazie alla presenza di numerosi virtuosi italiani e spagnoli, cui si debbono brani da concerto e lavori didattici che posero le basi della tecnica e del repertorio dello strumento, ed anc... continua a leggere