INTERVISTE



#tempocalmo: 5 domande a musicisti italiani in tempo di coronavirus: Giovanni Nesi
Giovanni Nesi, pianista
1. Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Oltre allo studio di nuovo repertorio, le mie giornate sono molto occupate dalla didattica a distanza, che svolgo con i miei allievi del Conservatorio "Mascagni" di Livorno, e che sto affrontando con grande impegno, perché, nonostante ritenga che la lezione dal vivo sia il metodo di lavoro più efficace e assolutamente insostituibile, mi è sembrato fondamentale non perdere la continuità del percorso che con i miei allievi sto portando avanti. Nel poco tempo libero che avanza sto cercando di fare un po' di sport, di leggere e di meditare.
2. Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Per il momento ho preferito non effettuare esecuzioni in streaming. Penso che, in un momento difficile sotto molteplici punti di vista come quello che stiamo vivendo, il silenzio sia per un musicista una maniera di esprimersi più forte della Musica stessa. Nell'attesa e nella speranza di tornare a condividere le emozioni dal vivo, ho comunque mantenuto un contatto col pubblico attraverso video messaggi, question-time e interviste.
3. Terminata l’emergenza COVID 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Senz'altro nell'immediato saranno necessarie misure straordinarie, che sono tutt'ora in fase di elaborazione. Il modo di fruire la musica dal vivo doveva comunque già essere ripensato, aggiornato, reso più vicino a questo tempo e a questa società. Credo che il pubblico continuerà sempre a cercare la Bellezza: forse è il momento buono per ripensare a nuovi modi di svelarla?
4. Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
Ho il timore che il settore, già provato da difficoltà di carattere culturale prima ancora che economico, subirà un colpo durissimo. A noi musicisti e agli altri lavoratori del settore spetta il difficile compito di risollevarlo. Ma sono sicuro che con il nostro impegno, la nostra creatività, il nostro costante desiderio di esprimerci, e il nostro coraggio riusciremo lentamente a uscire dalla crisi. Senza dubbio è il momento di percorrere uniti questo difficile cammino.
5. Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
Il concerto è un momento di condivisione e non è possibile pensare a una società che non comprenda questo genere di attività. Non ho dubbi che il pubblico voglia, tanto quanto noi musicisti, che si torni presto a far musica insieme, e sono sicuro che con gioia, quando sarà possibile, ognuno darà il suo essenziale apporto.
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© Cidim

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