INTERVISTE



#nuoveincisioni - Giuliano Marco Mattioli: 5 domande a interpreti italiani in occasione dell'uscita del loro ultimo lavoro discografico
Incontriamo Giuliano Marco Mattioli in occasione della sua ultima fatica discografica.

Come hai scelto il repertorio del tuo ultimo cd? La scelta dei brani di questo album è il frutto di una lunga distillazione durata una dozzina di anni. Da molto tempo, infatti, ero attirato dal tema della notte e dai brani legati ai pensieri, agli stati d'animo e ai simboli ad esso collegati. Mi sono avvalso della collaborazione di due autori viventi, Vincenzo Zitello e Carlo Galante, per due brani essenziali di questo album/racconto che va dal crepuscolo alla notte fonda. Volevo che il progetto fosse il più possibile attuale, che parlasse di oggi, di tutti. Ma, a causa del mio forte interesse per il repertorio originale precedente, ho scelto anche brani del Novecento storico. La scelta degli autori è stata quindi subordinata al contenuto e alla qualità musicale di ciascuna composizione. Ho selezionato con altrettanta cura anche le illustrazioni del libretto. Le due litografie di Odilon Redon sono, a mio avviso, una rappresentazione grafica e simbolica estremamente efficace del contenuto del progetto.
Quale strumento hai utilizzato per la registrazione? La scelta dello strumento, per me, non è mai casuale. Nel mio precedente album "De la musique avant toute chose...", incentrato sulla musica simbolista francese, è stata utilizzata la mia arpa Érard stile Louis XVI del 1908. Avevo costruito intorno a questo magnifico strumento un programma composto da brani dell'epoca, approfondendone la relativa prassi esecutiva. In “Notte”, ho invece optato per il modello Diana di Salvi harps numero 10891 costruito nel 2000. Si tratta della mia prima arpa, con la quale ho registrato altri album in passato.
Dove hai effettuato l’incisione e come ti sei trovato con l’ingegnere del suono? Da diversi anni ho creato presso la mia abitazione un piccolo studio di registrazione. Un investimento sia in termini economici, sia in termini di tempo ed energie. Questo mi ha però permesso di affrontare l'incisione e l'editing dei miei album in totale autonomia. Ma fino ad un certo punto. Non sono un tecnico del suono e, pertanto, da anni mi avvalgo della collaborazione di Stefano Melone per quanto concerne il missaggio audio. Grazie al suo supporto, ho potuto così comporre su misura il mio studio.
Oggi la musica registrata, grazie al web, viene ascoltata ovunque: smartphone, computer, webradio. Che significato ha incidere un cd per un’etichetta discografica? Per me si tratta della prima volta, dato che in passato ho sempre autoprodotto i miei album. Per questo, a cui sono particolarmente legato per questioni biografiche legate ai contenuti del progetto, ho scelto di affidarmi a Da Vinci Publishing. Ho ritenuto essenziale diffondere il mio album tramite tutti i media ad oggi disponbili per mezzo di una collaborazione autorevole. L'etichetta ha anche un servizio di promozione dei dischi, che ritengo essenziale per far conoscere la propria musica ad un bacino il più ampio possibile.
Quali sono i tuoi prossimi impegni concertistici? Sono reduce da un mese molto intenso, tra concerti privati in dimore storiche, presso il museo teatrale alla Scala e il premio assoluto vinto insieme al pianista Andrea Rocchi (col quale ho creato il duo Cordé) presso il Concorso Villa Oliva di Cassano Magnago. A breve mi recherò nuovamente a Dresda con Concerto Köln, per incidere l'Oro del Reno di Wagner sotto la direzione di Kent Nagano. Si tratta di un'importante progetto su strumenti storici. La sezione delle arpe, ben sette, è composta da arpe originali Érard: un vero piacere per gli occhi e per le orecchie.

@redazione

CD
Arpa e voce: Giuliano Marco Mattioli,
Compositori: Vincenzo Zitello, Luciano Berio, Carlo Galante, Carlos Salzedo, Susann McDonald - Linda Wood, Albert Zabel, Vasily Ivanovich Vinogradov, Henriette Renié, Kurt Weill, Bernard Andrès, Marius Flothuis
Da Vinci Publishing, 2023

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Descrizione:
Un'arpa che sussurra nel buio. Alcuni progetti discografici si prestano più di altri all'ormai semplice appellativo di straordinario, soprattutto quando questo è testimone di un progetto che unisce in un filo d'argento il mondo onirico e la veglia in una danza di musiche che si muovono tra il calare delle tenebre e la notte profonda. Con l'arpa come fedele compagna di viaggio, l'arpista e storico dell'arpa Giulian... continua a leggere


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