INTERVISTE



#tempocalmo: 5 domande a musicisti in tempo di coronavirus: Agnese Lecchi
Agnese Lecchi, flautista - EUYO (European Union Youth Orchestra)
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
In questo preciso momento, per fortuna, le misure di lockdown sono state sollevate, dunque ci si può permettere oltre alle solite attività all’interno anche un poco di aria fresca (ma ancora per poco, credo, visto che l’estate è alle porte) che per me vuol dire: montagna! E’ stato bellissimo poter tornare ad assaporare le vette della mia zona (Adamello), e anche le mie gambe ne sono state felici, dopo questi mesi. Per il resto, quando sono in casa, studio, dedicandomi ad approfondimenti di tecnica per i quali prima non avevo così tanto tempo a disposizione (non tralasciando di sperimentare nuovi esercizi), preparo il repertorio per il prossimo imminente tour EUYO (European Union Youth Orchestra), e mi godo anche un po’ di riposo, che male non fa, visto la frenesia delle nostre vite! Durante il lockdown, invece, siccome il tour vero e proprio primaverile dell’EUYO è saltato per le cause che tutti sappiamo, ho avuto la grandissima occasione di seguirne una versione online (digital residency) con moltissime attività: dalle chamber music sessions con Oliver Kipp e Steven Isserlis, i Conductors’ Days con Iván Fischer, Vasily Petrenko, Sascha Goetzel e Peter Stark, alle serate costituite da musica live dei membri 2020, e gli incontri con artisti del calibro del pianista Simon Trpčeski o della cantante Christina Landshammer, senza tralasciare la splendida chiacchierata su Beethoven (nel suo anno) regalataci dal giornalista del The Guardian e presentatore BBC Tom Service. Che dire, la loro compagnia durante questi mesi è stata provvidenziale.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Facendo parte dell’EUYO, ho avuto la possibilità di collaborare ad alcuni progetti strabilianti, come l’esecuzione del Bolero di Ravel (diretta dal nostro chief conductor Vasily Petrenko) per la celebrazione dell’Europe Day 2020 del settantesimo anniversario della Dichiarazione Schuman, mandata in broadcast il 9 maggio, ma non solo. Con alcuni miei colleghi della sezione fiati 2020 ci siamo divertiti a suonare un arrangiamento da me trascritto di “CANTINA BAND” di John Williams (Star Wars: una nuova speranza), e direi che il risultato ci ha divertito parecchio!
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Per quello che posso constatare nel mio piccolo, vedo che si sta cercando un’ingegnosa “via di mezzo”, e vi porto l’esempio della magnifica orchestra di cui ho l’onore di far parte. L’EUYO, per questa estate 2020, aveva in programma per noi un tour di circa un mese e poco più fra Europa e Russia, che, per ovvie ragioni, non può essere portato avanti. Dunque, la decisione di organizzare un upgrade all’avventura che è stata il tour primaverile online, visto il successo, è stata naturale: si prospetta un mix tra una ormai conosciuta digital residency e dei concerti/eventi (rispettando le locali legislature e ad organico limitato) in ogni angolo d’Europa, dando a noi ed al pubblico la possibilità di tornare a fare musica insieme. (Tutto ancora, però, da confermare nel dettaglio, visto le leggi che cambiano così velocemente, ma la fiducia c’è ed è piena.) Credo infine che sia questo il futuro: musica live ed esperienze digitali che andranno a braccetto e diventeranno sempre più ben strutturate per dare ai musicisti ed ai frequentatori di concerti un’esperienza “a 360°”.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
Sono felicissima di vedere sempre più orchestre fare ricerca riguardante gli strumenti a fiato e il possibile “spread” del virus (Wiener Philharmoniker e Concertgebouworkest), dunque mi fanno sentire, anche se solo parzialmente, meglio, in quanto stanno spianando la via alla ripresa dei concerti. Non posso nascondere che però il timore per il futuro c’è, perché purtroppo non conosciamo ancora nel dettaglio questo virus, il che lo rende difficile da capire e “arginare” utilizzando un’organizzazione funzionale. Però vedo tanta voglia di ripartire. Ma davvero tanta. E questa è la chiave per riuscirci! Magari ci vorrà qualche anno per tornare ad una fruizione normale di tutto, ma ci si riuscirà. Nel frattempo facciamo del nostro meglio per tenere alto lo spirito.
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
Molti di noi in questo periodo sono stati costretti a rimanere lontani dalla propria arte, e a volte è difficile non essere duri con se stessi per via di questo: è bene sempre ricordarci, quando ci guardiamo allo specchio, che il nostro valore non è dato esclusivamente dalle performances. La nostra arte ci attende, più bella che mai, e ci renderà ancora più ricchi di prima, perché ce la sapremo gustare pienamente, dopo questo stop. Dunque auguro che al più presto il pubblico voglia far parte di questa ritrovata magia, perché sarà di sicuro un’emozione immensa per entrambe le parti.

© Cidim
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