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INTERVISTE
#tempocalmo: 5 domande a musicisti in tempo di coronavirus: Janos Balint
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale? Sinceramente le prime due settimane mi sono riposato, poi ho messo a posto il giardino. Dopo ho iniziato a insegnare online ai miei allievi di Detmold e Katowice. Inoltre, ho studiato alcuni brani nuovi, ho composto delle nuove cadenze e finalmente ho avuto il tempo di scrivere un libro metodico. 2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming? No, non mi piace, neanche registrare i dischi, (comunque ne ho fatto piu di 30), forse sono troppo conservativo, ma mi piace tutto dal vivo. 3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato? Purtroppo sicuramente diverso. Il pubblico sta invecchiando, i giovani sono quasi nati con le cuffiette nelle orecchie... ma ascoltano pochissima musica classica. Sempre meno persone al mondo hanno bisogno di opere d'arte di alto livello e purtroppo noi non facciamo eccezione. 4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia? I giovani possono creare una nuova visione, una svolta nella musica classica nei prossimi decenni. Questo può funzionare se premiamo individualità e personalità reali in competizioni internazionali. Sfortunatamente, il mondo non lo farà, la globalizzazione non lo permetterà e allo stesso tempo il progresso della via di mezzo è preoccupante. La nostra responsabilità è di scegliere i migliori ed è responsabilità dei giovani creare il cambiamento. Entrambe le generazioni hanno una grandissima responsabilità! 5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti? Non esiste arte senza un pubblico, senza un pubblico competente. Espongo il mio cuore e la mia anima ad ogni concerto… altrimenti tutto questo non avrebbe senso. www.janosbalint.com/ © Cidim |