INTERVISTE



#tempocalmo: 5 domande a musicisti italiani in tempo di coronavirus: Guglielmo Pellarin
Guglielmo Pellarin, cornista
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Ho suonato per l'ultima volta in pubblico il 29 febbraio scorso: quinta sinfonia di Mahler diretta da Daniele Gatti con l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la mia orchestra e in cui sono primo corno, e nella stessa sera Alessio Allegrini, primo corno mio collega, ha eseguito il secondo concerto di Strauss per corno e orchestra. Una "French horn night", e sembra passato moltissimo tempo da allora... In questo periodo la mia vita musicale e personale si sono fuse in una "tabella di marcia" quotidiana che mi ha permesso di conciliare lo studio, le lezioni ai miei studenti e la vita famigliare, dato che mia moglie è medico ospedaliero e naturalmente in questo periodo il suo carico di lavoro è stato parecchio intenso cosicché ho passato tantissimo tempo delle mie giornate con nostra figlia: la soluzione che ho trovato consiste nello svegliarmi molto presto per poter studiare entro le 9 del mattino un paio d'ore (con la sordina da albergo che uso in tournée) e poi interrompere fino alle 17 quando inizio le lezioni in videoconferenza con gli allievi della mia classe di corno del Conservatorio di Padova o la classe di perfezionamento di corno dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Non ho proposto esecuzioni in streaming live ma assieme ai miei colleghi dell'Opter Ensemble abbiamo proposto le registrazioni dei nostri concerti della tournée asiatica organizzata assieme al Cidim l'estate scorsa. Siamo particolarmente soddisfatti dell'accoglienza perché oltre a Brahms abbiamo proposto anche Ligeti e Cascioli (il cui trio è nato con il patrocinio del Cidim), brani bellissimi con una scrittura molto moderna: li abbiamo trasmessi singolarmente e con positiva sorpresa abbiamo notato che sono stati visti e apprezzati con numeri simili a quelli del trio op.40 Brahms, che è musica classica nel senso più comune del termine. Possiamo allora affermare che nella nostra esperienza musica contemporanea di così elevata qualità incontra l'interesse del pubblico al pari dei grandi capolavori dell'ottocento. L'Istituto di Cultura Italiana di Parigi ci è stato di grande sostegno in questo: era in programma l'8 aprile un concerto organizzato dall'IIC che purtroppo è saltato, così in sostituzione abbiamo sincronizzato gli streaming Facebook. Trasmetteremo ancora altra musica, tra cui materiale inedito e un piccolo omaggio musicale realizzato a distanza in questi giorni: a Parigi avremmo suonato la serenata op.11 di Brahms nella trascrizione di D. Zanettovich (esclusiva dell'Opter Ensemble) e i cui minuetti spesso eseguiamo come bis al termine dei nostri concerti.
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato? Suppongo che il modo di vivere la musica dal vivo cambierà per diverse ragioni legate a come il virus ha stravolto la logistica degli spazi in cui viviamo. Per prima cosa l'obbligo di distanza ridurrà il numero di persone che potranno assistere a un concerto e cambierà anche il numero di persone che potranno stare sullo stesso palcoscenico, il che potrebbe portare a una profonda riscoperta della musica da camera e a esplorare a fondo il repertorio degli organici più piccoli. Mi aspetto inoltre che, complice il clima dell'estate che sta arrivando, la musica aperto prevarrà su quella nelle sale. Ci sarà invece una trasformazione strutturale e riguarda lo streaming degli eventi: con ogni probabilità diventerà pratica comune e non più un'eccezione. È un passo avanti importante che era già in corso di diffusione, e che COVID - 19 ha senza dubbio accelerato; c'è inoltre un aspetto indiretto estremamente positivo da non sottovalutare: lo streaming permetterà a molte persone di raggiungere quei concerti cui le limitazioni agli spostamenti avrebbero altrimenti impedito di assistere permettendo di salvare il rapporto col pubblico, e auspicabilmente permetterà agli appassionati di entrare in contatto con offerta musicale distante dal proprio territorio e spero infine di creare nuovo pubblico.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
È una domanda difficilissima! La pandemia impedirà per molto tempo di viaggiare ma allo stesso tempo incentiverà le interazioni a distanza tramite internet; nel caso del viaggiare per studio l'impossibilità di spostarsi è già stata compensata dal proliferare di lezioni in videoconferenza, le quali non conoscono distanza geografica. Per quanto riguarda i concerti penso che nasceranno stagioni e cartelloni "virtuali" in cui l'esecuzione avverrà in diretta da sale senza pubblico e trasmessa da piattaforme specializzate: mi auguro che ci sia sufficiente coraggio e inventiva perché le possibilità da aprire sono moltissime e le occasioni che possono nascere altrettante.
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
Approfitto di questo spazio gentilmente concesso dal CIDIM per proporre lo stesso saluto che ho rivolto al pubblico dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia: https://www.youtube.com/watch?v=UVSFAz--y0A.
www.guglielmopellarin.com
© Cidim
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