INTERVISTE



#nuoveincisioni - Alessandro Milia: 5 domande a interpreti italiani in occasione dell'uscita del loro ultimo lavoro discografico

Incontriamo il compositore sardo Alessandro Milia che, dopo una lunga serie di esperienze e contatti con importanti compositori del nostro tempo anche a Parigi, è ritornato in Italia.

Come hai scelto il repertorio del tuo ultimo cd? La genesi del mio album monografico è legata all’intenzione di giungere ad una versione audio definitiva di alcune delle mie composizioni e a far emergere la stretta relazione tra compositore e interprete. Alcuni pezzi sono stati lavorati fianco a fianco e la testa che creava viveva nel gesto dell’interprete, allo scopo di ottenere un registrato dal quale scaturisse l’energia della forma vitale “scritta” sulla carta e trasmessa all’interprete. Ho perciò dedicato questo primo monografico ad alcuni brani per strumento solo, mi sembrava la scelta più adatta per lavorare su stile e interpretazione. Cinque pezzi, altrettanti universi sonori dissimili: l’approccio compositivo è diverso per ogni pezzo, tuttavia i lavori sono accomunati dalla sintesi tra uno stile sperimentale e uno derivato dalla cultura di tradizione mediterranea che si rivela specialmente nei timbri (penso all’imitazione di alcuni strumenti etnici, gong, flauti in canna, strumenti primordiali a corda) e nelle melodie e nei gesti (mi riferisco a motivi o mezzi espressivi della tradizione orale che appaiono trasfigurati in alcune tracce dell’album). Il pezzo più recente, composto nell’inverno del 2021, è Ikoro, che comprende due movimenti per contrabbasso eseguiti da Emiliano Amadori. Tornando indietro di qualche anno, troviamo Orizzonti ossessivi per chitarra classica preparata del 2018 suonato da Ruben Mattia Santorsa; mentre risale al 2013 Sonata per pianoforte solo, interpretata da Anna D’Errico. Gli altri due pezzi dell’album sono stati iniziati molto tempo fa ed elaborati in più fasi: Sonazzos, che dà anche il titolo all’album, è stato scritto tra il 2005 e il 2009, e registrato dal percussionista Federico Tramontana; infine Un ORA lungo un respiro, per clarinetto basso, interpretato da Benjamin Maneyrol, è stato riscritto nel 2017 a partire da un pezzo più breve che risale al 2003.

Quale strumento hai utilizzato per la registrazione? Ogni interprete ha usato i propri strumenti: in alcuni casi hanno una fattura molto speciale come i contrabbassi di Emiliano Amadori, liuteria francese di fine Ottocento. Ovviamente abbiamo discusso anche delle specificità di ogni strumento prima delle registrazioni: infatti, sono molto interessato a questi aspetti, anche riguardo agli oggetti come archetti, ance nel caso del clarinetto oppure bacchette o pelli nel caso delle percussioni. Da parte mia posso dire di avere scelto con grande cura alcuni strumenti a percussione molto particolari che ho poi affidato a Federico Tramontana: i campanacci usati da Tramontana per la registrazione di Sonazzos sono pezzi unici degli artigiani della famiglia Floris di Tonara (Nuoro), che ho scelto personalmente presso la bottega artigiana dei fabbri. La parola “sonazzos” – presa in prestito alla cultura della Sardegna¬ come titolo dell’album oltre che del pezzo per percussioni – indica, in lingua sarda, campanelli e campanacci usati per far sentire la presenza e il movimento degli animali al pascolo nella campagna ma che sono anche raffinati oggetti sonori. In questo album ho anche usato delle preparazioni per il contrabbasso e per la chitarra classica: dei semplici morsetti artigianali in sughero da applicare sulle corde.

Dove hai effettuato l’incisione e come ti sei trovato con l’ingegnere del suono? Registrare è un momento magico. Si deve affrontare uno studio del luogo, dell’acustica, della risposta dei materiali presenti nella stanza. Registrando pezzi per strumento solo si ha la possibilità di discutere a lungo sulla posizione dei microfoni, sulla loro distanza dallo strumento, sulla distanza dal suolo, etc.; in altre parole si ha tempo di sperimentare assieme al fonico. Ho fatto tutto ciò con Luca Piovesan, un fonico veramente esperto, oltre che un fisarmonicista eccezionale. Piovesan, con il suo BlowOutStudio, ha curato quasi tutte le fasi di presa del suono, editing, mixing e mastering. La traccia Orizzonti ossessivi è stata registrata a Berna dal fonico Erwin Fonseca (Colectivo la Pataconera), mentre Sonazzos per percussioni è stato registrato dal fonico Giuseppe Francesco Greco in Calabria. Uno degli studi più attrezzati nel quale abbiamo potuto lavorare è stato il Jet Studio di Bruxelles, da ciò che mi dicono, uno dei più “antichi” ma anche meglio rinnovati in tutto il Belgio.

Oggi la musica registrata, grazie al web, viene ascoltata ovunque: smartphone, computer, webradio. Che significato ha incidere un cd per un’etichetta discografica? Bella domanda! A mio avviso, incidere un disco e renderlo disponibile in formato fisico ha ancora molto senso. In primo luogo la qualità audio di un cd è ancora oggi sensibilmente migliore della copia smaterializzata presente sulle diverse piattaforme, che siano queste accessibili gratuitamente o a pagamento. Anche il vinile ha un senso poiché si tratta di un suono analogico; ma questo è ancora un altro argomento… È innegabile che ascoltare musica gratuitamente sul web, quando si vuole, dove si vuole, con qualsiasi mezzo, è qualcosa di confortevole, funzionale e agevole, che può aiutarci a “raggiungere” più artisti e a farci delle idee musicali più profonde sul panorama attuale. In quanto compositore sono contento che la mia musica sia disponibile per tutti a portata di clic e che chiunque possa farsi un’idea di ciò che scrivo ascoltandomi online mentre torna da lavoro in bus; la presenza sul web amplifica le possibilità di divulgazione della musica. Tuttavia, per un progetto discografico la cui preparazione è durata anni e a cui molte persone hanno preso parte, come nel caso del mio monografico Sonazzos | Solos, edito dall’etichetta Stradivarius Milano Dischi, un’uscita anche su un supporto fisico aiuta a marcare il momento, ad avere un oggetto materiale da osservare durante le presentazioni pubbliche. Approfitto dell’occasione per ringraziare l’illustratrice Francesca Savona per aver realizzato raffinate illustrazioni per il libretto e per la cover del mio album: ha ascoltato le mie musiche e osservato le mie partiture, che ha poi tradotto in originalissime immagini. Ecco un altro buon motivo per far uscire un disco in formato fisico, avere una cover e un libretto dove si parla della musica appena registrata.

Quali sono i tuoi prossimi impegni concertistici?  Ora mi sto occupando della divulgazione di Sonazzos | Solos, ma sono già all’opera per realizzare un secondo disco monografico; questa volta sarà un progetto d’album per il 2024 che conterrà solo musiche per piccoli gruppi strumentali, per il quale ora abbozzo tante idee, ma è ancora difficile parlare di qualcosa di definito e definitivo, mi godo le incertezze del momento creativo.

Nel ringraziarlo per la disponibilità, e aspettando i suoi nuovi lavori auguriamo ad Alessandro Milia tutto il successo che merita.

A cura di Francescantonio Pollice 

CD
di Alessandro Milia
interpreti: Benjamin Maneyrol, Santorsa Santorsa, Anna D'Errico, Emiliano Amadori, Federico Tramontana
Stradivarius, Cologno Monzese, 2023
Numero di catalogo discografico STR 37251
Condividi su: