INTERVISTE



#tempocalmo: 5 domande a musicisti in tempo di coronavirus: Arianna Picci
Arianna Picci, flautista
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Da studentessa quale sono, passo la maggior parte del mio tempo a studiare e, se prima della pandemia, vi erano molte occasioni dove poter suonare in pubblico, ora non resta che trascorrere il tempo suonando fra le mura di casa, e, perché no, pianificare anche un po’ il futuro.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
No, non ancora
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Sicuramente, nei primi tempi, sarà ripensato al fine di assicurare la sicurezza di tutti quanti, dagli esecutori agli spettatori. Gli stratagemmi sono tanti, e di certo ne verranno pensati di nuovi. In ogni caso, credo che un giorno tutto possa tornare alla normalità, sperando che quel giorno non sia poi tanto lontano dal presente.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
Credo che, dopo la pandemia, la musica tornerà ad essere fruita dal vivo, anche se con delle precauzioni, mentre l’insegnamento non dovrebbe avere molti cambiamenti. Per quanto riguarda i giovani interpreti, invece, mi auguro che possano entrare nel mondo del lavoro il prima possibile e senza troppe ripercussioni causate dalla pandemia.
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
Il pubblico è il carburante per un musicista. Senza di esso non si creerebbe l’interazione emotiva fra l’esecutore e chi ascolta, elemento fondamentale di un’esecuzione. Quindi l’unica cosa che posso chiedere, è di non rinunciare alla bellezza di un concerto vissuto dal vivo.

© Cidim

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