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INTERVISTE
#tempocalmo: 5 domande ai musicisti in tempo di coronavirus: Maurizio Barbetti
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale? Dopo una fase iniziale scioccante sono riuscito a distrarmi registrando alcuni brani di Talmelli, Costantini, Bosco e Geminiani che hanno partecipato all'iniziativa della Società Italiana di Musica Contemporanea (SIMC) "Scrivere per il futuro" che saranno pubblicati a breve su YouTube. 2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming? Non mi piace l'audio dello streaming, è sicuramente più adatto ad altri tipi di musica pop, non certo per la classica-contemporanea 3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato? Io spero sopratutto che, una volta passata l'emergenza, non saremmo sempre noi artisti a dover pagare per l'inevitabile crisi economica, come già successo nel 2011. 4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia? Indipendentemente dal Covid-19, sarà molto difficile, difficilissimo, per chi vuole intraprendere una carriera musicale a tutti i livelli, così come lo era prima della pandemia, almeno fino a quando la cultura musicale in Italia sarà considerata dai nostri governanti "un abbellimento" un "imbellettamento" e non valore capitale come in Germania, Francia, Olanda. 5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti? Per me suonare la musica contemporanea è la cosa più importante, perché è l'arte di oggi, e anche se le persone sono poco interessate non importa; l'importante è viverla, esserci dentro. Il pubblico andrebbe educato a prescindere, è un lavoro che dovrebbero fare le istituzioni educative. Ci insegnano che la musica deve essere in un certo modo, che ci dev'essere una melodia, ma questo ti blocca nell'ascolto. Per assurdo le persone non abituate all'ascolto di musica classica riescono a capire molto meglio la contemporanea, perché non hanno preconcetti su cosa la musica dovrebbe essere. I bambini che hanno orecchie vergini e non rovinate dal "bel canto" sono molto più aperti degli adulti all'approccio a qualsiasi tipo di musica musica. Maurizio Barbetti © Cidim |