INTERVISTE



Intervista a Gianmario Borio
Venerdì 24 febbraio 2012 - Francescantonio Pollice rivolge alcune domande a Gianmario Borio, che, dal 1° marzo, assumerà l’incarico di Direttore dell’Istituto per la Musica della Fondazione Cini.
In una dichiarazione stampa, nel sottolineare che il Suo lavoro s’innesterà sulle linee tracciate da Giovanni Morelli, ha dichiarato che "l’Istituto per la Musica della Fondazione Cini si configura, per le caratteristiche dei suoi fondi come ideale cabina di regia nel nostro paese degli studi sulla filologia d’autore della musica del XX secolo". Può precisare quale ruolo assumerà, sotto la Sua direzione l’Istituto?
A parte i casi di cessioni a enti stranieri (in particolare alla Fondazione Paul Sacher di Basilea), i lasciti dei compositori italiani del XX secolo sono sparsi in diverse parti della penisola, presso istituzioni pubbliche o in possesso degli eredi. Ciò rende arduo uno studio comparato di varie esperienze compositive di una certa fase storica, come può avvenire per esempio nella Fondazione di Basilea per via della concomitanza di un centinaio di fondi. Gli studi sul processo compositivo hanno conosciuto un notevole progresso negli ultimi due decenni. Dato il carattere pionieristico del lavoro filologico sulle fonti di autore del XX secolo e la considerevole mole di materiale, la gran parte degli studi esistenti si caratterizza per un’impostazione monografica. E’ giunto il momento di agire in modo coordinato su temi specifici. Quando parlo di “cabina di regia” intendo innanzitutto una coordinazione degli studiosi a livello italiano mediante occasioni di scambio e discussione, lavori comuni su problematiche ricorrenti nei vari ambiti, studi mirati ecc. Questo modello si può estendere anche ad analoghi enti stranieri: la Fondazione Paul Sacher, l’archivio musicale dell’Akademie der Künste di Berlino, l’archivio dell’Internationales Musikinstitut Darmstadt e l’Arnold Schönberg Center di Vienna, l’archivio dei manoscritti musicali della British Library tanto per fare alcuni esempi. Infine l’Istituto per la Musica della Fondazione Cini può diventare un luogo privilegiato di riflessione sul processo compositivo nel XX secolo mediante incontri periodici su questioni riguardanti diversi compositori e diversi stili.
Nel nostro paese la normativa nel campo della formazione ha nettamente distinto la ricerca musicologica dalla pratica esecutiva. Ritiene che sia giunto il momento anche in Italia di trovare una soluzione a questa autentica dicotomia ed in che modo, l’Istituto può contribuire a risolverla?
Una soluzione va trovata, ma in modo meditato, con la cooperazione di tutte le parti in causa e il rispetto reciproco delle professionalità. Il contributo che può dare l’Istituto per la Musica della Fondazione Cini a questo processo non è di tipo politico; esso si colloca nel quadro di iniziative culturali e artistiche che hanno contraddistinto la Fondazione dalla sua nascita. Negli ultimi decenni i performance studies hanno avuto un impatto sulla musicologia, inizialmente negli USA e poi progressivamente anche in Europa. Presso importanti sedi universitarie (Royal Holloway di Londra, Humboldt Universität di Berlino, Université Marc Bloch di Strasburgo) si sono insediati gruppi di studio e unità di ricerca sui diversi aspetti della prassi esecutiva. Anche in questo ambito l’Istituto per la Musica della Fondazione Cini può dare un contributo originale. Intendo programmare un insieme organico di studi e seminari dedicati alla pratica esecutiva in diversi repertori; il comune denominatore sarà il riferimento alle fonti storiche, intese sia come riflesso della pratica esecutiva nella trattatistica delle varie epoche sia come documentazione audio e video.
Tra i Fondi più prestigiosi conservati presso l’Istituto ci sono quelli di Gian Francesco Malipiero e Camillo Togni di cui nel 2013 ricorreranno rispettivamente i 40 ed i 20 anni della morte. Sono previste iniziative celebrative per promuovere l’opera di questi importanti compositori italiani? Recentemente, organizzato dal CIDIM e da laVerdi, si è tenuto a Milano il convegno "Nino Rota e Milano" per i 100 anni dalla nascita del compositore: per i cento anni della nascita di Alberto Bruni Tedeschi nel 2015 è prevista una iniziativa analoga?
Lo scadere di anniversari rappresenta spesso un’occasione per celebrare compositori e interpreti. Io però ritengo che la programmazione di attività scientifiche e culturali abbia una propria dinamica e non possa essere condizionata da tali scadenze. Queste date simboliche finiscono per determinare un’impostazione agiografica e comunque un’organizzazione monografica, cose che non sono sempre in sintonia con gli standard del lavoro scientifico. La dodecafonia e il pensiero seriale rappresentano due capitoli importanti della storia delle tecniche compositive del XX secolo; a questo complesso intendo prestare particolare attenzione. Per quanto riguarda Rota, ho in mente un lavoro ampio e articolato sui compositori italiani di musica per il cinema in cui Rota svolgerà ovviamente un ruolo primario.
La sua vasta esperienz Le consente di avere una visione molto ampia sullo stato della musica oggi in Italia: quale futuro intravede per le attività e gli studi musicali?
Vi è una forte domanda di musica in Italia, che in parte è la conseguenza di carenze istituzionali e di programmazione nel nostro Paese, in parte si collega allo Zeitgeist ovvero alla crescente consapevolezza delle molteplici funzioni che la musica ricopre nella società contemporanea. Dopo un paio di decenni di controversie, spesso ideologiche, sulla musica di ricerca e sperimentazione ci troviamo ora in una fase espansiva, caratterizzata dalla ramificazione delle culture musicali e da intersezioni tra i vari ambiti di creatività e innovazione. Ciò pone una nuova sfida alla musicologia: la induce a considerare il XX secolo come campo di studio circoscritto e non eccezionale rispetto ai precedenti; al contempo le impone di riformulare le proprie categorie di fronte all’orizzonte differenziato e complesso della musica contemporanea (intendendo questo aggettivo nel senso stretto di ciò che appartiene ai nostri giorni).

23 febbraio 2012
Venerdì 24 febbraio 2012
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