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Musica contemporanea
Quartetti Ungarettiani - Per una lettura musicale di dieci poesie da "Il Porto Sepolto"
a cura di Mirco De Stefani

libro + cd, ISBN ISBN 978 88-8409-285-4, settembre, Canova Edizioni, Treviso 2016

pp. 168, Riproduzione integrale della partitura dei 10 Quartetti Ungarettiani, euro 20,00

Autori della pubblicazione: Mirco De Stefani


Descrizione: Al viaggiatore partito da Gorizia e diretto a Trieste, appare in lontananza, sulla riva sinistra dell’Isonzo, una serie ininterrotta di rilievi montuosi, disposti come gigantesca muraglia a sbarrare il passo e chiudere l’orizzonte. Cent’anni fa, su quelle alture – le cime del Monte San Michele – caddero, nel corso delle più cruenti battaglie della Grande Guerra, oltre duecentomila soldati. Tra coloro che sopravvissero alle stragi, ci fu il fante e poeta Giuseppe Ungaretti. Testimonianza di tanti spaventi, dolori, rassegnazioni e speranze furono le trentatré poesie de Il Porto Sepolto, pubblicate a Udine nel dicembre del 1916. In quei giorni tremendi, la siepe leopardiana che “il guardo esclude” era divenuta per Ungaretti l’arida pietraia del Carso e del San Michele, oltre la quale si stendeva, precluso agli sguardi, l’agognato immenso azzurro del mare, e con esso la Vittoria o lo schianto della Morte. Le dieci poesie e i Quartetti per archi che a ognuna di esse si ispirano, assumono, nel loro ordinato susseguirsi, due caratteri fondanti e apparentemente inconciliabili del pensiero occidentale. I Quartetti Ungarettiani sono infatti una musicale cristianissima via crucis et lucis, un cammino dove l’anima avanza, nella propria solitudine, all’incontro con il segreto inconoscibile della più limpida parola scavata nell’abisso. Essi sono anche, e allo stesso tempo, rievocazione dello spirito dell’antica tragedia greca, fatta di pietà e orrore, e articolata secondo i precisi canoni aristotelici: prologo, ingresso del Coro, episodi, catarsi finale ed esodo. Ecco dunque che progressione lineare verso una distanza infinita – rivelazione cristiana – ed eterno ciclico ritorno dell’uguale – sapienza greca –, s’intrecciano in queste composizioni a descrivere una doppia spirale di immagini e suoni tra loro avvinti nel racconto di un’esperienza che ha il mistero del sacro. Il porto sepolto, Veglia, Tramonto, Stasera, Fratelli, C’era una volta, Sono una creatura, I fiumi, San Martino del Carso, Commiato: nei suoi movimenti, la musica raggiunge e richiama in vita, uno ad uno, i perduti luoghi e giorni di guerra cantati da Ungaretti e li rende attuali – terribilmente attuali, a distanza di un secolo –, assieme al fascino di “quel nulla / d’inesauribile segreto” per sempre racchiuso in essi.
DATI EDITORE
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