Dr. Streben




SOTTOTITOLO:
Robot opera da camera


NOMI LEGATI ALL'OPERA:
Girolamo Deraco - compositore
Vincenzo Reale - autore testo
Festival Internazionale della Robotica - committente
ORGANICO:
soprano, tenore, baritono, robot, ensemble


ANNO:
2018
PRESENTAZIONE:
Lo spettacolo fonde opera lirica e robotica, tradizione e innovazione



Esecuzioni

Esecuzione dal vivo
.
Prima esecuzione assoluta
Titolo:
Festival Internazionale della Robotica
Data:
29 09 2018
Luogo:
Auditorium Enrico Caruso - Gran Teatro Giacomo Puccini - Torre del lago Puccini, Viareggio - Italia
Emittente o ente organizzatore:
Festival Internazionale della Robotica in collaborazione con il Festival Pucciniano
Note:
Un’opera con un vero robot in scena. Una commissione del Festival Internazionale della Robotica in collaborazione con il Festival Pucciniano.
Nella prima esecuzione e vede la partecipazione del soprano Maria Elena Romanazzi, del tenore Marco Mustaro e del baritono Lorenzo Martinuzzi. Diego Sanchez Haase dirige l’Etymos Ensemble. Maestro al pianoforte Massimo Salotti. Video scenografie di Lorenzo Vignando. Regia di Cataldo Russo.

Il robot sarà “pilotato” da Lorenzo Caminelli e Roberto Garofalo, mentre il drone da Paolo Mirabelli. Il robot Face proviene dal Centro di ricerca Enrico Piaggio dell’Università di Pisa, una delle istituzioni che collaborano all’evento assieme alla associazione lucchese di musica contemporanea Cluster, della quale Deraco è direttore artistico, e alla Fondazione Festival Pucciniano. Tra gli sponsor spicca la Fondazione Banca del Monte di Lucca, che sostiene dal suo nascere tutta l’attività della Cluster. In questa opera, che per la prima volta inserisce tra i suoi personaggi lirici un robot, tutto è sospeso tra presente e futuro e si attualizza grazie a richiami di maestri universali della storia dell’arte, come Michelangelo e a miti come quello di Pigmalione e di Galatea. Dr. Streben è uno scienziato che, nel suo laboratorio, punta a trasformare il suo robot Umy in un “ginoide”, robot dalle sembianze femminili. Lentamente, lo scienziato finisce per innamorarsi della sua creatura che ricorda la sua amata e scomparsa Galatea e, conscio del fatto che Umy non potrà diventare una donna, decide di trasformarsi lui in un Cyborg, grazie a Mexos, una sorta di esoscheletro collegato al computer. La “fusione” avrà effetto e il drone, immobile sul palco dall’inizio, inquadrerà la mano di Umy e quella dello scienziato che si uniscono, proprio come avviene nel “Giudizio universale” di Michelangelo. La trama si sviluppa sullo sfondo di una scena che ovviamente è “virtuale”, con luci e suoni che, pur mantenendo il calore e garantendo il pathos che si conviene, assumono sembianze “robotica”.