Et terra mota est (Mt 27,51)




SOTTOTITOLO:
Messa per soli, coro ed orchestra ad un anno dal sisma aquilano


NOMI LEGATI ALL'OPERA:
Filippi Barbara - compositore
Paola Crisigiovanni - compositore
Davide Gualtieri - compositore
Giorgio Paris - compositore
Sergio Prodigo - compositore
Sandro Rancitelli - compositore
Guido Ruggeri - compositore
Massimiliano De Foglio - compositore
ORGANICO:
soli, coro, orchestra


ANNO:
2009
FORME:
vocale e orchestra


PRESENTAZIONE:
Lungo la storia, la Chiesa si è sempre distinta come committente di grandiose opere d'arte affidate ai più grandi artisti che hanno contribuito a creare il patrimonio culturale dell'umanità. Anche oggi, riscoprendo questo suo particolare ruolo, la Chiesa dei Marsi ha deciso, all'indomani del tragico evento sismico che, il 6 aprile 2009, ha sconvolto la comunità aquilana, di affidare ai propri compositori conterranei, la realizzazione di una Messa per coro ed orchestra che, attraverso il linguaggio musicale, potesse far memoria dell'accaduto, elevando al Dio della vita una preghiera di supplica nella speranza della risurrezione. Così l'Orchestra Giovanile della Diocesi dei Marsi, insieme alla città di Avezzano e alla Marsica tutta si è fatta interprete di questa volontà dall'alto valore umano, spirituale e artistico dando vita a “Et terra mota est”. E non a caso è stato scelto questo titolo per l’opera. Nel Vangelo secondo Matteo si riporta la cronaca di due terremoti avvenuti a distanza di tre giorni l'uno dall'altro: in occasione della morte del Cristo sulla croce, e successivamente della sua resurrezione, il mattino della Domenica di Pasqua. E' il terremoto della resurrezione che richiama il titolo della Messa, citando il versetto 51 del capitolo 27 del primo Vangelo. Alla musica, espressione in terra delle armonie celesti, viene affidato il messaggio di salvezza, pace e speranza che proviene dalla fede in Gesù Cristo e che vuole essere spinta per risollevarsi dopo la caduta. Fa parte della storia della Marsica l'aver vissuto l'esperienza della catastrofe sismica e della ricostruzione all'inizio del secolo scorso; è un gesto di solidarietà autentica rendere omaggio alla città di L'Aquila sorella nella sventura e nella rinascita.
Alessandro Franceschini (Presidente orchestra giovanile)
Fu verso fine della scorsa primavera che il M° Massimiliano De Foglio propose ad alcuni musicisti marsicani l'invito a partecipare alla realizzazione di un evento musicale dedicato alla memoria delle vittime e delle città distrutte dal sima che, giusto un anno fa, colpì così drammaticamente la nostra Regione. L'idea, inutile dirlo, venne subito accolta con sentita e profonda partecipazione da tutta la comunità musicale marsicana, compositori in testa; prese, così, il via, sull'onda di una emotività profonda e condivisa, il lavoro di organizzazione per la realizzazione di un lavoro artisticamente alto che rendesse testimonianza della volontà di una intera regione, quella marsicana, di essere vicina alle famiglie terremotate tutte ed in particolare a quelle di chi ha subito il danno peggiore: la perdita dei propri cari. Il bisogno urgente di mettere “per iscritto” questo comune sentire portò alcuni compositori marsicani ad unire le forze ed a prendere carta e matita cercando, così, di rendere udibile il grido di dolore che ci ha accomunato alle genti dell'aquilano. Le difficoltà di scrivere una composizione a più mani sono enormi: diverse sensibilità, diversi modi di scrittura, diverse provenienze artistiche; insomma, vite diverse che dovrebbero concorrere ad una creazione artistica unitaria come solo può esserlo una Messa in musica. Celebre il caso di Giuseppe Verdi il quale, volendo scrivere in collaborazione con i compositori più importanti della sua epoca una Messa da Requiem in memoria di Alessandro Manzoni, finì per scrivere l'intera Opera da solo. Ma, senza la pretesa di un raffronto con il genio verdiano, la volontà di esprimere il sentimento di partecipazione di una intera comunità ed il bisogno di rendere, attraverso la Musica, palpabile e tangibile la speranza che si genera dal dolore, fecero sì che germogliasse, spontanea ed immediata, l'idea della Messa “Et terra mota est”. Fra la commissione ad un solo compositore ed il pericolo della scrittura a più mani si scelse, nonostante quindi le prevedibili difficoltà, di ergere le diversità artistiche dei differenti compositori a simbolo delle altrettante differenti voci delle genti marsicane, unite nel buio di quella brutta notte di un anno fa. L'intento di conferire comunque al lavoro una certa organicità ed unitarietà portò alla individuazione di due soli criteri fissi ai quali i compositori avrebbero dovuto attenersi: l'uso comune di un canto dato che fungesse da tratto d’unione fra tutte le parti della Messa (la melodia gregoriana di IV° modo “Terra tremuit” dell’Offertorio della Messa di resurrezione) e la scelta, nella scrittura, di un linguaggio armonico di tipo modale. Il resto si decise di lasciarlo alla libera creatività di ogni singola voce. Nessun contatto sarebbe avvenuto fra i compositori che, in totale autonomia, avrebbero dovuto produrre lavori originali e del tutto personali. Così, nel silenzio doloroso di quei giorni, ogni compositore diede inizio al proprio lavoro che ha portato alla nascita della nostra Messa, una Messa fatta di singole voci di un unico canto; un canto comunitario vòlto ad esorcizzare il mostro ed a renderci, forse, meno soli nelle notti buie come quella di qualche tempo fa.
Giorgio Paris (Compositore)


NOTE:
I. Introitus, II. Requiem aeternam, III. Kyrie, IV. Alleluia, V. Offertorium, VI. Sanctus et Benedictus, VII. Agnus Dei, VIII. Communio, IX. Ite missa est, X. Regina Coeli



Esecuzioni

Esecuzione dal vivo
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Prima esecuzione assoluta
Titolo:
Ad un anno dal sisma aquilano
Data:
06 04 2010
Luogo:
Cattedrale dei Marsi, Avezzano, AQ - Italia
Note:
Lungo la storia, la Chiesa si è sempre distinta come committente di grandiose opere d’arte affidate ai più grandi artisti che hanno contribuito a creare il patrimonio culturale dell’umanità. Anche oggi, riscoprendo questo suo particolare ruolo, la Chiesa dei Marsi ha deciso, all’indomani del tragico evento sismico che, il 6 Aprile 2009, ha sconvolto la comunità aquilana, di affidare ai propri compositori conterranei, la realizzazione di una Messa per coro ed orchestra che, attraverso il linguaggio musicale, potesse far memoria dell’accaduto, elevando al Dio della vita una preghiera di supplica nella speranza della risurrezione. Così l’Orchestra Giovanile della Diocesi dei Marsi, insieme alla città di Avezzano e alla Marsica tutta si è fatta interprete di questa volontà dall’alto valore umano, spirituale e artistico dando vita a “Et terra mota est”. E non a caso è stato scelto questo titolo per l’opera. Nel Vangelo secondo Matteo si riporta la cronaca di due terremoti avvenuti a distanza di tre giorni l’uno dall’altro: in occasione della morte del Cristo sulla croce, e successivamente della sua resurrezione, il mattino della Domenica di Pasqua. E’ il terremoto della resurrezione che richiama il titolo della Messa, citando il versetto 51 del capitolo 27 del primo Vangelo. Alla musica, espressione in terra delle armonie celesti, viene affidato il messaggio di salvezza, pace e speranza che proviene dalla fede in Gesù Cristo e che vuole essere spinta per risollevarsi dopo la caduta. Fa parte della storia della Marsica l’aver vissuto l’esperienza della catastrofe sismica e della ricostruzione all’inizio del secolo scorso; è un gesto di solidarietà autentica rendere omaggio alla città di L’Aquila sorella nella sventura e nella rinascita.
Alessandro Franceschini (Presidente orchestra giovanile)