Dal buio




ORGANICO:
orchestra sinfonica


ANNO:
2020
DURATA:
15' 00''
FORME:
Sinfonica


PRESENTAZIONE:

Dal buio vuol essere un invito ad ascoltare; viviamo in un periodo dominato dall’immagine, dal look, da ciò che si vede e non - anche - da ciò che si sente…
Iniziare dal buio corrisponde a far silenzio, vuol dire far tacere l’eccesso di informazioni che ci circonda e - spesso - ci assale e concentrarsi su ciò che si sente (non è certo per caso che in italiano il sentire nel senso di percepire suoni, rumori, etc. abbia l’etimologia in comune con il “sentire” di sentimento, di sensazione, quindi che già dal vocabolario la primarietà dell’elemento sonoro per l’esperienza sia assoluta…).
È da questo rinnovato - e attivo - sentire che si dispiega la fantasia dell’ascoltatore, è a questo rinnovato -e attivo- sentire che si rivolge il fantasticare dei compositori presentati nel concerto di questa sera, ciascuno dei quali ci propone di far nostre le sue fantasie (in un arco di quasi due secoli da Berlioz, 1830, a Ravel, 1931, alla prima di Dal buio di questa sera) e, per qualche tempo, di abbandonare l’orologio.

Il brano, dopo un esordio molto calmo - gli archi soli accompagnati dal suono suggestivo del superball (una particolare bacchetta usata dai percussionisti su Tam tam e Timpano grave) - segue una crescita naturale caratterizzata dall’addizione delle diverse famiglie strumentali (agli archi dapprima si aggiungono i legni e infine gli ottoni) e procede per successive ondate sino a un climax dopo il quale il movimento di diverse melodie che si intrecciano perde energia e ritorna - con qualche variante - ad una situazione affine a quella dell’esordio.
Credo che a distanza di molti anni - cinquanta, sessant’anni? - la musica d’avanguardia (e naturalmente bisognerebbe precisar bene il significato del termine), una musica fondamentalmente negativa, che si richiamava alla necessità di “stupire” per farsi ascoltare, per diventare una vera musica contemporanea - capace cioè di parlare ai contemporanei - non possa più essere ridotta semplicemente e banalmente a épater le bourgeois, a “sbalordire” o “scandalizzare il borghese”, ma anzi debba ritrovare l’ambizione di parlare se non a tutti, sicuramente a un pubblico più vasto che spesso, tra l’altro, si rivela essere sorprendentemente ricettivo.
Credo che in quel periodo - in quella che possiamo definire come musica reservata - tutta dedita alla sperimentazione e di fatto rivolta soprattutto agli addetti ai lavori - si siano nascoste - per chi le vuole cogliere- le premesse di un madrigale - nuove, mature, possibilità espressive non più rimandabili. Un esempio soltanto: una delle caratteristiche della musica d’avanguardia è stata quella di “rompere” il tempo, di concepire il tempo musicale come discontinuo; fatto di shock, di sussulti, di strattoni; un tempo fatto di punti e non di linee; l'ascoltatore - e l'interprete - erano così continuamente disorientati, quasi sempre sorpresi; lo shock era lo scopo dichiarato.
Il pezzo di stasera attraverso l'uso delle linee lunghe, così tanto contrarie ai tic frammentari di un’avanguardia ormai ridotta a cliché, suggerisce specialmente nelle parti iniziali e finali la dimensione della distanza, del silenzio… è un invito all’ascolto.

È per me motivo d’orgoglio e di responsabilità - e credo sia una strada da seguire - che Dal buio sia collocato in un concerto di repertorio: ringrazio per questo Ruben Jais, Jader Bignamini, la meravigliosa Orchestra Verdi e lo staff tutto.

Alessandro Melchiorre




Esecuzioni

Esecuzione dal vivo
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Prima esecuzione assoluta
Data:
31 01 2020
Luogo:
Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, Milano - Italia
Emittente o ente organizzatore:
Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi - laVerdi
Ciclo di esecuzioni:
Stagione Sinfonica Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
Note:
Il concerto verrà replicato domenica 2 febbraio alle ore 16.00