Guido Coppotelli

Le sue prime opere (Sonatina per pianoforte e Tre liriche per soprano e pianoforte 1982) nascono evidenziando già la tendenza ad una scrittura eterogenea, sintesi di tradizione classica e popolare. Un desiderio di ricerca formale spinge successivamente il lavoro nel solco dell’Avanguardia. Sarà un’esperienza da cui si distaccherà in seguito per elaborare, con una sintesi più consapevole, un linguaggio che non disprezza recuperi neoromantici, il jazz o la musica leggera ponendo le premesse per un totale superamento del concetto assoluto di dissonanza. In questa prima fase nascono opere come Solo 1° per flauto, Versi per clar. in si b. e voce media (1985), Solo 2° per clarinetto in si bem. (1984), Composizione 1985 per arpa (1985), Haiku per violino (1987), i Due Studi per viola (1990) e il Quartetto n.°1 per archi (1990). Il ripensamento sulle posizioni avanguardistiche avviene già con Quattro Canzoni da camera per voce e pianoforte (1990), Liedchen per soprano e pianoforte (1991) e in modo più compiuto con il ciclo vocale Le Canzoni di Adriana (1992) per voce e pianoforte. Sarà tuttavia Don Perlimplino, operina da camera per quattro cantanti e quindici strumenti (1993) a segnare un primo momento di sintesi linguistica.

Dal 1995 al 1997 nascono le Canzoni, un progetto di canzone d’autore che fonde aspetti linguistici provenienti da tradizioni disparate. Risalgono anche a questo periodo, sul solco tracciato da questo polilinguismo, due trascrizioni di canzoni francesi (tratte da J. Brel e C. Trenet), in occasione di un concerto di proprie composizioni tenuto alla Discoteca di Stato (Roma, 1996) per la voce del mezzosoprano Emanuela Barazia. Analoghe linee di pensiero si ritrovano attorno al Secondo Quartetto per archi (1998) e le Meditazioni (prima e seconda serie, per flauto e pianoforte (1999).

Negli ultimi anni scrive un gruppo di composizioni per coro misto a cappella: il Libera me (1999), la Missa brevis (1999/2000), le Canzonette (2000/2001), i Mottetti (2004/2006), il Salmo 1 (2008), Due Cori di Mario Luzi (2009), Frammenti da Antigone (2009), Nero (2010). Inoltre due trascrizioni: Azzurro (dall’omonima canzone di P. Conte) e Blu (da “Volare” di Migliacci/Modugno). Alla fine del 2003 prende corpo il progetto Franco Battiato Hommage, (dieci trascrizioni liederistiche di altrettante canzoni del cantautore siciliano) per la voce del sopranista Simone Bartolini, sul solco tracciato dalle precedenti trascrizioni francesi. Le trascrizioni sono state eseguite al Festival Internazionale Il violino e la selce e alla Milanesiana nell'estate dello stesso anno. Nel 2002 compone le musiche di scena per il Cyrano de Bergerac di Anna Mazzamauro, che contengono, (tra gli altri brani), due arie per il sopranista Simone Bartolini (Aria di guerra e Vocalizzo).
Accanto a questa produzione principale nascono opere didattiche quali le Due Sonatine brevi per pianoforte (1980/84), i Cinque studi facili per pianoforte(1995), Kinderalbum per pianoforte a quattro mani (1989), le Filastrocche in fa su testi di Rodari (tre cicli per coro di voci bianche, pianoforte e strumenti, 1997/2004), Due salmi (2004) e due partiture per teatro didattico: La Tempesta, per voci e strumenti (2002) e Gli strumenti smusicali per voci bianche e cinque strumenti (2005), I nomi della Bellezza (2009). Tra le opere strumentali da camera scritte tra il 2004 e il 2009: Terzo quartetto d’archi, Due studi per violino e pianoforte e il Trio n° 1 per violino, clarinetto in si bem. e pianoforte, Quattro liriche per soprano e sei strumenti, Ottetto (2010).

Ha pubblicato per Edipan, Carrara, Pizzicato e Feniarco. Alla fine del 2005 la Missa Brevis è stata registrata su cd a cura di RAI Trade.
Il brano Cinque petali di rosa (tratto dalle Canzonette) figura nel cd antologico Teencanta a cura della Feniarco.

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