Variazioni canoniche sul corale Jesu, meine Freude




SOTTOTITOLO:
Per soprano, pianoforte e quartetto d'archi


NOMI LEGATI ALL'OPERA:
Mirco De Stefani - compositore
ORGANICO:
soprano, pianoforte, 2 violini, viola, violoncello


ANNO:
1985
DURATA:
13' 00''
PRESENTAZIONE:

Gesù, mia gioia,
delizia del mio cuore,
Gesù mio ornamento.
Ah, da quanto tempo ormai
il mio cuore sospira e anela a te!
Agnello di Dio, mio sposo,
senza di te, niente su questa terra
mi può essere caro
.

Il corale tedesco “Jesu, meine Freude”, reso celebre da J. S. Bach, costituisce il punto di partenza delle Variazioni canoniche che da esso si sviluppano in una serie complessa di ramificazioni e derivazioni. Composto in ricordo del musicista trevigiano Aldo Voltolin, il brano è ispirato all’esercizio di quell’ars moriendi che è arte di progressivo distacco dal mondo attraverso pratiche di ascetica purificazione intellettuale. È anche un omaggio ad Alban Berg – nel centenario della nascita – e al suo Violinkonzert, che utilizza nel secondo movimento la melodia del corale bachiano “Es ist genug! So nimm, Herr, meinen Geist” (Basta, o Signore, prendi dunque la mia anima!). La musica tenta di farsi strumento di aspirazione all’assoluto, virtuosismo geometrico, sperimentalismo: ricerca di una perfectio materiae che nasce da un microcosmo simmetricamente e organicamente disposto a definire una rigorosa struttura labirintica che si realizza nelle disposizioni canoniche dei contrappunti per moto retto, contrario, cancrizzante, contrario cancrizzante; nelle varianti ritmiche dell’aggravamento e della diminuzione semplice e doppia; nelle quattro varianti tonali e nella compresenza dei rispettivi campi armonici. Questo tessuto altamente organizzato viene sezionato per dare origine a singoli episodi specificamente caratterizzati – Introduzione, nove Versetti, Interludio e Finale (Choralis in cantu) – in cui i principi della logica e le astrazioni formali sono sconvolti dall’intrusione di sentimenti drammatici, con passaggi di impeto dissonante e quasi recitativo. La coesistenza di rigore formale e di quasi improvvisazione spinge l’intera composizione in quel territorio di confine tra ordine e caos, nel quale inevitabilmente si smarrisce il fin troppo precario orientamento tra i reticoli delle strutture contrappuntistiche reciprocamente riflesse. Al limite del baratro, al quasi collasso entropico, il soprano si leva ad esporre il tema corale per moto retto a valori ampi: è il ritrovato cantus firmus, luce metafisica che polarizza e conduce a compimento/dissoluzione l’incerto percorso strumentale, cristallizzando nel crescendo di tensione e di concentrazione il groviglio degli elementi polifonici, poliritmici e politonali, in una volontà di estrema, improbabile concordantia oppositorum. Mirco De Stefani




Esecuzioni

Esecuzione dal vivo
Interpreti:
Silvia Da Ros (soprano), Maria De Stefani (pianoforte), Marco Mazzeo (violino), Marcello Defant (violino), Alberto Pollesel (viola), Giancarlo Giacomin (violoncello)
Data:
30 05 1986
Luogo:
Auditorium Fenzi, Conegliano: Italia
Ciclo di esecuzioni:
Concerto in onore di Aldo Voltolin [Ciclo di esecuzioni "dal vivo"]


Registrazioni

Formato:
CD
Titolo:
Composizioni da camera
Editore:
Rivoalto, Venezia
:
CRR2011 - 2001