DOMENICO SCARLATTI (1685 – 1757) SONATAS FOR VIOLA D’AMORE AND HARPSICHORD
con Valerio Losito , Andrea Coen
Numero di catalogo discografico 94242 2011

Descrizione: VALERIO LOSITO, VIOLA D’AMORE
ANDREA COEN, CLAVICEMBALO

“MELOBASS SONATAS” K. 90, 91, 73,78,77, 79, 80, 88, 89

È opinione largamente condivisa che aggiungere anche una sola parola all’esegesi scarlattiana rappresenti un vero e proprio atto temerario: ci accingiamo pertanto ad esporre la nostra ipotesi circa la destinazione strumentale delle sonate per strumento melodico e continuo di Domenico Scarlatti non senza una certa trepidazione. Ci conforta altresì lo slancio che ci deriva dall’aver sperimentato per puro caso l’esecuzione di alcune delle sonate in oggetto con la viola d’amore e dall’aver intuito, in piena concordia, quanto bene esse si sposino a quello strumento, in fondo così poco conosciuto e praticato. Le figure di Herrando e Farinelli, il virtuoso e il dilettante dediti allo strumento a corde simpatiche, entrambi in rapporti con Domenico Scarlatti - sia pure in momenti distinti e secondo differenti modalità - ci hanno tuttavia convinto a prendere seriamente in esame un’ipotesi di lavoro che riteniamo, allo stato attuale della nostra ricerca musicologica ed esecutiva, tutt’altro che peregrina. La scrittura di almeno cinque (K 80, 81, 88, 90 e 91) delle quasi seicento sonate di Domenico Scarlatti fa sì che esse possano essere ascritte a quel genere che Newman definisce melo/bass sonatas (...)La scrittura del basso, monodico e numerato, e quella assai lineare della parte acuta hanno indotto gli esecutori di oggi a sentirsi autorizzati ad eseguirle come veri e propri movimenti di sonata destinati ad uno strumento melodico acuto accompagnato da un continuo ordinario, così come comunemente accadeva nel secolo XVIII (...) Fermo restando che rimane molto difficile poter asserire per quale strumento in particolare fossero state concepite queste sonate - e sempre ammesso che lo fossero state - il ragionare da musici pratici sulla prassi esecutiva stessa ci ha suggerito, in modo quasi folgorante, l’utilizzo della viola d’amore: i passaggi di alcune di queste sonate non solo sono risultati eseguibili su questo strumento, ma addirittura idiomatici. D’altronde la presenza del virtuoso di viola d’amore Josè Herrando alla corte di Madrid ed i suoi accertati rapporti di collaborazione con Domenico Scarlatti sono elementi che indubbiamente rafforzano la nostra ipotesi.

Estratto da COEN, Andrea LOSITO, Valerio Ipotesi sulla destinazione strumentale di cinque sonate per strumento melodico e basso continuo di Domenico Scarlatti, in Domenico Scarlatti Adventures, Essays to commemorate the 250th Anniversary of His Death, a cura di Massimiliano Sala e W. Dean Sutcliffe, Ad Parnassum Studies vol. 3, Bologna, Ut Orpheus, 2008, pp. 225 – 240)

Viola d’Amore di Ferdinando Gagliano, Napoli 1775, gentilmente concessa in uso dalla Elsa Peretti Foudation, armata con sei corde più dodici di risonanza.
Clavicembalo costruito da Giulio Fratini, Porto S. Giorgio 2009, copia su modello anonimo italiano del 1620 restaurato da Bartolomeo Cristofori a Firenze nella prima metà del XVIII secolo, conservato nella Russell Collection, Edimburgo.

CREDITS
Questa registrazione è stata resa possibile grazie alla Nando Peretti Foundation, Roma. Prodotto da Associazione Culturale Musicale Musicangelica, Roma Registrato a Roma, 1-4 Febbraio 2011, Santa Maria in Vallicella, Refettorio del Borromini (Sala Ovale) Recording engineer and editing: Fabio Framba