#tempocalmo: 5 domande a musicisti in tempo di coronavirus: Bianca Fiorito
Bianca Fiorito , flautista
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Vivendo all’estero, ho dovuto trascorrere molti mesi lontana dalla mia famiglia a causa del Covid-19, ma ho cercato di rendere quanto più produttivo e stimolante possibile questo periodo di congelamento di tutte le attività. Durante il lockdown ho approfondito il repertorio flautistico, in particolare quello del ´900, ma ho anche dedicato molto tempo alla lettura e allo studio delle lingue! Non basterebbero dieci vite per approfondire tutto quello che vorrei! Inoltre, ho continuato a seguire virtualmente le lezioni ed i seminari dell’Università Mozarteum di Salisburgo dove frequento il Master of Music. A fine maggio abbiamo ripreso le lezioni individuali dal vivo, nel rispetto delle norme di sicurezza vigenti in Austria.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Sí, sono stata invitata a realizzare un video per il New Generation Festival e Musica con le Ali, eseguendo due Fantasie di Telemann: una con il flauto moderno ed un’altra con il traversiere barocco. Questa breve esecuzione in streaming è servita anche a raccogliere fondi per Medici Senza Frontiere durante l‘emergenza sanitaria. Inoltre, ho partecipato al progetto “Gardellino” realizzato da Falaut, che ha dato ad alcuni giovani flautisti come me la possibilità di collaborare, anche se virtualmente, con dei grandi Maestri.
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Trovo positivo che alcuni Festival si siano reinventati per supportare noi artisti in questo momento di solitudine e difficoltà, dandoci l’occasione di mantenere un contatto con il nostro pubblico. A mio avviso, l’emergenza sanitaria ci ha confermato quanto i canali sociali siano fondamentali per supportare la cultura, diffondendola ed avvicinandola di più ai giovani. Internet è un potentissimo mezzo, ma allo stesso tempo può funzionare bene solo a condizione che ci sia sempre qualità e selezione artistica. Ciononostante, le esibizioni dal vivo sono la nostra linfa vitale, un balsamo per il nostro spirito, e di certo non potrei mai immaginare la mia vita ed il mio mestiere rinunciandovi. Infatti non vedo l’ora di tornare su un palco ed emozionarmi insieme a chi mi ascolta dal vivo, ma mi auguro anche che la musica classica live continui ad essere sponsorizzata e supportata anche dalla tecnologia e che il ventaglio del pubblico si allarghi sempre di più, senza distinzioni di fasce d’età o culture di provenienza.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
Mi ritengo fortunata, in quanto alcuni miei concerti fissati prima della pandemia sono già in fase di riprogrammazione. Al tempo stesso però, mi auguro che la ripresa delle attività non riguarderà solamente le grandi istituzioni e stagioni concertistiche, ma anche le realtà un po‘ più piccole che danno spazio a noi giovani.
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
La vita dei musicisti, e degli artisti in generale, è possibile solamente grazie al sostegno del pubblico, in un meccanismo di fiducia reciproca e con la consapevolezza che artisti e pubblico siano ugualmente indispensabili per la creazione dell‘arte dal vivo. Un concerto rappresenta per tutti, musicisti ed ascoltatori, un momento di arricchimento ed un’esperienza umana imparagonabile. Quindi, al mio pubblico dico: continuate ad esserci, abbiamo bisogno di voi!

© Cidim