#tempocalmo: 5 domande a musicisti in tempo di coronavirus: Davide Chiesa
Davide Chiesa , flautista
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Durante la quarantena ho alternato insegnamento a distanza, studio personale, lettura, sport (ho una piccola palestra in cantina) e svago. Oggi continuo questa routine, con la piacevole aggiunta delle passeggiate. Ad aprile ho iniziato a insegnare in conservatorio e questo mi ha aiutato a occupare le lunghe giornate, tra lezioni e organizzazione c'è parecchio lavoro. Inoltre cerco di mantenermi in forma cambiando spesso repertorio, mi aiuta a prepararmi per i prossimi concerti.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
No, per me la musica ha bisogno di un pubblico reale, gli ascoltatori con la loro partecipazione attiva rendono unico ogni momento del concerto. Lo streaming è un compromesso digitale che può avere un suo perchè nella didattica ma in definitiva è come una registrazione live con microfoni non professionali; inoltre non mi attira l'idea che qualcuno ascolti un mio concerto sullo smartphone tra una chat e l'altra...
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Non credo cambierà nulla, è solo questione di tempo e si ritornerà ai concerti con il pienone. La gente avrà molta più voglia di andare ai concerti dal vivo. Un amante delle arti non si accontenta di vedere una foto di un quadro; allo stesso modo ci sarà sempre un pubblico per la grande musica, magari meno numeroso e più selezionato all'inizio, ma ci sarà sempre.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
La condizione del musicista professionista non ha nulla a che vedere con la stabilità; è da sempre così, il covid ci ha solo ricordato con fermezza che gli imprevisti possono accadere all'improvviso e mandare a monte i nostri piani... Non solo per i freelance, anche i musicisti con un posto fisso rischiano, leggiamo ogni giorno di orchestre a rischio o in sciopero in Italia, Francia, Inghilterra, Olanda, anche negli Stati Uniti non sono più così al sicuro.  Credo sia importante non dimenticare lo spirito di sacrificio necessario per fare musica Una volta accettato questo status esistenziale credo sia importante dare il massimo proprio nei momenti difficili e ampliare le proprie possibilità pur restando fedele ai propri valori.
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
Spero di rivederci presto!

© Cidim