#tempocalmo: 5 domande a musicisti in tempo di coronavirus: Antonio Longobardi
Antonio Longobardi , flautista
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Le mie giornate sono abbastanza piene e le trascorro essenzialmente in casa. Insegno flauto nel liceo musicale “Capialbi” di Vibo Valentia e fin dall’inizio del lockdown mi sono attivato affinchè il rapporto con i miei allievi non potesse mai venire meno utilizzando tutte le piattaforme e app possibili e non avendo limiti di orario. Mi rendo conto che il rapporto insegnante-allievo è fondamentale nel processo di crescita così come lo è stato per me, per cui cerco di sostituire, per quanto possibile, le lezioni in presenza con quelle online. Dedico poi del tempo allo studio personale che per un musicista non deve mai mancare curando molto il suono e la tecnica. Il resto del tempo lo dedico alle altre mie due passioni: la lettura e lo sport.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Nel liceo dove insegno era già stata programmata una stagione concertistica che avrebbe messo in risalto i migliori allievi e alcuni insegnanti, ho così lavorato, insieme ai miei colleghi e al Dirigente Scolastico affinché la primavera musicale potesse prendere vita interamente in streaming attraverso il portale della scuola. È stato un bel progetto che ha visto coinvolti un vasto numero di allievi e docenti che si sono spesi utilizzando tutte le tecnologie possibili. Ho poi condiviso delle “pillole musicali” sul mio profilo Instagram per dare piccoli spunti sui miei warm-up e sulle mie giornate studio.
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Questo è un periodo di continui cambiamenti ma credo che tutto il comparto artistico sarà ripensato con un maggior utilizzo delle tecnologie e una buona dose di smart-working.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
Davvero difficile dirlo e sappiamo bene che la situazione lavorativa era già drammatica prima ma gli eventi annullati in precedenza stanno ripartendo e questo fa ben sperare. Credo però che questo periodo buio ci abbia insegnato che le tecnologie e i social, se usati bene, possono essere un valido strumento per proporsi e per comunicare e poi i giovani son molto bravi a reinventarsi. Lo noto costantemente con i miei allievi. Ovviamente nulla può sostituire un concerto live.
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
Gli artisti hanno bisogno del pubblico, iniziamo tutti a rifrequentare, quando sarà possibile, le sale da concerto e i teatri. La musica, mai come in questo momento, ha bisogno del sostegno di tutti!  

© Cidim