#privilegiodeltempo: 5 domande agli operatori musicali per il dopo coronavirus: Franco Rossi
Franco Rossi , vice presidente Musikàmera – Venezia
1) Quali elementi dell’attività dello “Spettacolo dal vivo” vorreste che fossero maggiormente valorizzati nel prossimo decreto?
Premesso che ciascun intervento e ciascuna integrazione in seno al FUS e al Mibact devono essere prodotti prima di ciascuna programmazione e non a posteriori, crediamo vada sottolineato il delicato rapporto che si è instaurato in questa fase pandemica tra alcune realtà locali più fortunate a altre che maggiormente hanno sofferto delle restrizioni e persino di lutti verificatisi principalmente in alcune zone del Paese; diventa quindi importante che si agisca per permettere forme di accantonamento di parte del FUS per la realizzazione di progetti pluristagionali (eventualmente anche con il ricorso a esecutori e a gruppi che possano essere ripetuti nel tempo) e l’eventuale progressivo risanamento di bilanci messi in crisi da improvvise e non prevedibili riduzioni dei finanziamenti. Altro aspetto che viene qui invocato come legato ad una funzione contingente ma che deve essere modello anche per future applicazioni è visto nell’indispensabile semplificazione ragionata della formulazione delle domande, integrandola anche con interventi/software che producano la possibilità di semplificare al massimo e al contempo rendere trasparente la redazione delle domande.
2) Quali pensate possano essere le azioni da intraprendere per potenziare la divulgazione della cultura musicale soprattutto rispetto al mondo dell’istruzione, dagli asili nido all’università?
Nella nostra città rileviamo la presenza di istituzioni musicali (principalmente Conservatorio e Fenice) molto attive nei confronti delle attività scolastiche; purtroppo però l’aspetto didattico, forte per quanto riguarda il ciclo delle elementari o addirittura l’età prescolare, diventa assai più debole per gli studenti di medie e superiori, mentre l’università sotto questo punto di vista è da considerarsi del tutto assente. E’ proprio per questo motivo che Musikamera organizza due cicli di presentazioni orientate soprattutto nei confronti degli studenti medi e superiori; crediamo sarà necessario insistere maggiormente e proprio sotto l’aspetto didattico anche nei confronti degli studenti universitari, molti dei quali – tra l’altro – presenti pressoché stabilmente nella città. E’ ovvio che questa attività deve a sua volta prevedere un peso ben maggiore di quanto oggi non avvenga nei parametri di valutazione dei contributi.
3) Qual è la vostra opinione circa le iniziative che un’Istituzione musicale può indirizzare alla formazione del pubblico, in particolare agli adulti?
Mi sembra che sia meglio intervenire non tanto su variazioni relative all’orario della manifestazione o alla sua durata, quanto piuttosto nell’estendere anche nei confronti del pubblico adulto di una vera e propria didattica musicale/musicologica. Purtroppo la formazione scolastica assunta in maniera pressoché esclusiva nel solo (e lontanissimo) periodo della formazione relativa alle medie inferiori ha prodotto nella maggior parte del pubblico poco interesse quando addirittura non disaffezione nei confronti della musica. Diventa quindi a nostro avviso determinante provvedere ad approfondimenti musicali e culturali in accordo con il locale conservatorio, giungendo all’arricchimento dell’evento concertistico con occasioni di approfondimento, formazione e condivisione attiva. Un esperimento che funziona da molti anni è riservato alla presentazione dei concerti relativi alla stagione sinfonica del Teatro La Fenice e promossa dagli Amici del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. La tradizionale ‘conferenza’ di presentazione del programma non solo attira un significativo numero di persone, ma l’interesse nei confronti delle presentazioni è dimostrato dai numerosi interventi dei singoli partecipanti. E’ allo studio l’estensione di questa attività anche ad altri aspetti paralleli, sia per arricchire importanti attività locali (Storia della Fenice, ad esempio) sia per stimolare interesse e curiosità circa la presenza e la consistenza di determinati strumenti.
4) Quali azioni di valorizzazione del sistema produttivo musicale italiano pensate possano essere messe in campo?
Con la riforma dei Conservatori di Musica del 1999 è emersa l’importanza di una presenza musicale forte anche a questo livello: la terna sulla quale si centra la riforma è data dalla ricerca musicale (che già è abbondantemente presente nel settore universitario ma che in questa realtà quasi mai si sviluppa e si converte in una attività anche puramente esecutiva). E’ fondamentale quindi che tutte le attività che in qualche modo sono legate a questa attività siano sempre più significative e coordinate: in città come Venezia (ma è un esempio che può ripetersi in molte altre località italiane) quindi università, conservatorio e Fenice si uniscono per una produzione la più ricca e la più completa possibile. A questa realtà va collegata l’attività di Musikamera per quanto le compete: in questo senso la musica da camera necessita quindi di un intervento specifico anche di sviluppo della programmazione, anche suggerendo un maggior intento di coordinamento tra tutte le associazioni e società presenti nella città. In questo senso sarebbe quindi importante una presenza di enti locali anche a fini di coordinamento e non solo di sovvenzionamento.
5) Quale potrebbe essere il futuro del rapporto tra le Istituzioni concertistiche e la Rai e lo streaming audio-visivo?
Fondamentale anche qui la presenza di un coordinamento forte tra le istituzioni: il valore della testimonianza e della documentazione assunto dalla registrazione audio/video è assolutamente fondamentale, sia per fini documentari sia anche per un uso legato alla diffusione. Deve peraltro essere ben chiaro che ciascuna attività di trasmissione e diffusione attraverso ogni mezzo debba essere considerato come una utile integrazione e certamente non come una attività sostitutiva del concerto tradizionale, che deve essere principalmente prodotto, promosso, diffuso e soprattutto difeso. Ogni elemento legato alla situazione sanitaria deve essere infatti inteso come provvisorio. In questo senso diventa quindi indispensabile che almeno nella fase transitoria che ci aspetta venga previsto uno specifico appoggio in seno ai parametri del FUS.

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