#tempocalmo: 5 domande a musicisti in tempo di coronavirus: Gianluca Campo
Gianluca Campo , flautista - primo Flauto solista presso la Sinfonieorchester St. Gallen (Svizzera)
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
All’inizio del lockdown mi trovavo a Monaco di Baviera, le restrizioni lì sono state più leggere che in Italia, tuttavia ho preferito rimanere a casa e riposare un po’ come non succedeva da anni. Ho approfondito lo studio del concerto di Jolivet, della sonata di Liebermann e la sequenza di Berio; lavorando in orchestra non si ha il tempo che si poteva avere da studente, quindi ne ho approfittato. E tenersi in forma è vitale.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Non sono un fan delle esecuzioni live in streaming, è una pratica non del tutto “umana”, a mio avviso. Ovviamente le registrazioni sono fondamentali per interessare un pubblico maggiore e far conoscere le meraviglie del nostro mestiere a una parte di popolazione che altrimenti non si raggiungerebbe. Ma se penso che tra non molto la maggior parte del lavoro sarà robotizzato, dobbiamo considerarci davvero fortunati se il nostro lavoro non è completamente sostituibile da una macchina. Il suono, per quanto possa essere registrato dai migliori microfoni e/o computer, è vero solo in una esecuzione in sala. Ascoltare un disco o guardare un video su Youtube non può e non deve appagarci come entrare alla Bayerische Staatsoper o alla Philharmonie di Berlino.
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Certamente le condizioni di sicurezza porteranno ad avere una situazione igienico-sanitaria più curata, ma credo che i concerti e le recite post-Covid non saranno tanto differenti da com’erano prima. Come si ritornerà negli stadi, così sarà per i teatri e le sale da concerto.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
Questa è la domanda che ci si poneva anche prima della pandemia e le prospettive non erano già rosee. In questi mesi ho avvertito un silenzio fastidioso da parte delle grandi personalità musicali e culturali del nostro paese. In Germania tanti teatri e direttori hanno fatto fronte comune per aiutare chi era più in difficoltà, penso ai precari che sono stati sostenuti subito da un fondo intergovernativo. Il discorso della Merkel sulla cultura (Deutschland ist ein Land der Kultur - La Germania è un paese di cultura) manca definitivamente in Italia. Di chi mai sarà la colpa?
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
Appena sarà possibile, regalatevi un abbonamento di una stagione teatrale e/o sinfonica. E fate studiare Musica ai vostri figli/nipoti. Sono i modi migliori per evitare di essere contagiati dall’ignoranza.

© Cidim