#tempocalmo: 5 domande a musicisti in tempo di coronavirus: Francesco Guggiola
Francesco Guggiola , ottavinista e flautista del Teatro alla Scala di Milano
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Ho approfittato di questo periodo per rispolverare brani del repertorio che non studiavo da tempo e per leggere parti orchestrali di lavori che dovremo (speriamo sia così!) eseguire con l'Orchestra quando potremo rientrare in Teatro. Ho fatto alcune lezioni online per l'Accademia della Scala e avuto anche il tempo per riascoltare varie registrazioni operistiche, che sono una delle mie passioni.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Ho preso parte alla registrazione del Canone di J. Pachelbel con i colleghi della Filarmonica della Scala. È stato un modo per ritrovarci, anche se solo virtualmente, e suonare insieme dopo tanto tempo. Ho partecipato anche ad un bellissimo progetto organizzato dal Maestro Lombardi e FALAUT in collaborazione con il Cidim che consiste nella registrazione del Concerto di Pergolesi per flauto: la parte solistica è stata eseguita da 13 ottavinisti!
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Ci sarà un periodo in cui, per forza di cose, non sarà possibile assistere ed eseguire i concerti nel modo “tradizionale”. Probabilmente le orchestre avranno organici ridotti, si darà più spazio ai concerti all'aperto e il pubblico sarà distanziato. Spero che questa situazione abbia una durata la più breve possibile e che si possa tornare in Teatro e nelle sale da concerto senza paure e ansie, per poter vivere la musica come si è sempre fatto, sia dalla parte dei musicisti che da quella del pubblico.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
Le persone hanno bisogno dell'arte e della musica. Non si può immaginare un mondo senza musica. Spero che il Governo non si dimentichi del nostro ambito e sovvenzioni anche le associazioni più piccole, che spesso offrono ai giovani musicisti preziose opportunità di collaborazione per farsi conoscere, affacciarsi al mondo professionale e che portano la musica anche in quei luoghi dove non ci sono grandi sale da concerto. L'Italia è la patria dell'opera, i Teatri e le Orchestre sono una parte fondamentale del nostro patrimonio culturale che non deve essere messa in secondo piano.
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
Mi piacerebbe rivedere i Teatri pieni, con il pubblico che si emoziona e vive quello che la musica trasmette, lasciando da parte la “paura” di ritrovarsi tutti fianco a fianco in una platea gremita. In questi mesi sia internet che la televisione hanno trasmesso molti concerti e opere: mi auguro che siano state uno stimolo per la curiosità di tante persone e che, in questo modo, potremo avere tanti nuovi spettatori appassionati.

© Cidim