#privilegiodeltempo: 5 domande agli operatori musicali per il dopo coronavirus: Massimo Mercelli
Massimo Mercelli, presidente e direttore artistico Emilia Romagna Festival
1) Quali elementi dell’attività dello “Spettacolo dal vivo” vorreste che fossero maggiormente valorizzati nel prossimo decreto?
La contemporanea e l’educazione musicale allargata a tutte le fasce di età.
2) Quali pensate possano essere le azioni da intraprendere per potenziare la divulgazione della cultura musicale soprattutto rispetto al mondo dell’istruzione, dagli asili nido all’università?
Una riforma della educazione musicale, che vada dall’asilo alla università ma non con lo stesso insegnante come solo in Italia esiste. NB, la messa in professione dello strumentista deve avvenire attorno alla maggiore età, non verso i 26-27 anni; è anche assurdo considerare gli strumentisti e le formazioni “under 35” giovanili.
3) Qual è la vostra opinione circa le iniziative che un’Istituzione musicale può indirizzare alla formazione del pubblico, in particolare agli adulti?
1. incontro con gli artisti (in streaming, dal vivo, incontro informale con aperitivo o degustazione);
2. guida ai programmi in pre-concerto – in cui si parla del programma che verrà ascoltato poco dopo, il filo conduttore del programma, il legame storico, di genere o di contenuti;
3. lezioni di musica – incontri con storici della musica, studiosi specialisti di un autore o di un determinato periodo storico, o ancora di un genere musicale;
4. prove aperte al pubblico – vedere e ascoltare come si monta uno spettacolo musicale dal vivo.
4) Quali azioni di valorizzazione del sistema produttivo musicale italiano pensate possano essere messe in campo?
1. Una maggiore esposizione programmatica sui media (TV, giornali, social), che permetta alle diverse realtà produttive musicali di mirare a sponsorship con maggiore capacità di copertura;
2. Maggiore copertura scolastica alla formazione musicale, che parta dai primi anni di scolarizzazione e che prosegua fino alla maturità; formazione non solo di materia, ma anche di pratica effettiva, partecipando a formazione di cori, piccole orchestre, gruppi di insieme da effettuarsi nei pomeriggi come una sorta di dopo-scuola – con una maggiore attenzione alle attività produttive territoriali e con agevolazioni sugli ingressi a teatri, sale da concerto e manifestazioni musicali.
3. Maggiore interesse delle istituzioni sulla formazione culturale delle proprie comunità, considerando la musica e qualsiasi produzione artistica un “bene necessario” del cittadino;
4. Creare una rete produttiva che condivida oneri di spesa su produzioni musicali di indubbio valore artistico, migliorandone la fruizione e aumentandone la visibilità;
5. Sinergia di promozione reciproca tra operatori musicali, condividendo la visibilità delle proprie iniziative e il flusso del pubblico.
5) Quale potrebbe essere il futuro del rapporto tra le Istituzioni concertistiche e la Rai e lo streaming audio-visivo?
Problematico, con un forte eccesso di domande di programmazione, una dubbiosa selezione delle proposte e la propensa predilezione delle programmazioni con audience alta. Senza calcolare i problemi di qualità audio (vedi traviata recentissima) e costose regie.

© Cidim