#tempocalmo: 5 domande a musicisti in tempo di coronavirus: Paolo Zampini
Paolo Zampini , flautista - Direttore del Conservatorio L. Cherubini di Firenze
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Da Direttore mi sono occupato delle attività del Conservatorio. Ho sempre lavorato molte ore al giorno.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Sì, ma non molto. Qualche uscita sul balcone per progetti di raccolta fondi e un paio di interventi in collaborazione con l’Istituto Francese di Firenze. Ho suonato la Prima suite per flauto solo di J. Bodin de Boismortier e poi una breve suite di melodie tratte dal repertorio di Ennio Morricone. La particolarità è che l’ho eseguita con un bellissimo flauto Louis Lot che il Conservatorio Cherubini ha ricevuto in dono un paio d’anni fa; parlandone ho potuto rendere pubblicamente omaggio a questo grande costruttore francese.
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Devo dire che sono molto preoccupato; soprattutto perché nel privato si potranno permettere attività che nel settore pubblico saranno difficilissime, se non impossibili, da realizzare. I concerti e tutto l’indotto legato ad essi ne soffriranno terribilmente.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
Non so a cosa stiamo andando incontro: forse solo a concerti all’aperto? La vita sociale ne soffrirà, tutti ne soffriremo. Spero solo che presto si scopra un vaccino, perché forse è la sola salvezza possibile.
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
Che possa rendersi conto di quanti musicisti, in Italia, stanno attraversando un momento drammatico e possa in qualche modo possa fare pressioni a livello politico per trovare soluzioni per poterli aiutare economicamente.

© Cidim