#tempocalmo: 5 domande a musicisti in tempo di coronavirus: Elena Cecconi
Elena Cecconi , flautista
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Per noi artisti essere costretti improvvisamente ad uno stato di isolamento, è certamente un fatto ancor più anomalo. Sebbene lo studio e la ricerca ci costringano spesso ad isolarci, la musica, l'arte, il teatro, vivono e respirano e soprattutto trovano ragion d'essere, laddove un pubblico possa fruirne. E la nostra stessa ispirazione arriva tanto dalla solitaria riflessione quanto dallo scambio e dalla condivisione. Passo il mio tempo suonando e studiando, leggendo, scrivendo e facendo lezione online ai miei studenti del Conservatorio di Alessandria. Nonostante le difficoltà legate a questa modalità anche per problemi di connessione che amplificano la mancanza del contatto diretto, fondamentale nel nostro insegnamento, tutta la classe ha lavorato bene e tre miei dei miei allievi sosterranno esami a giugno, con tesine, registrazioni ed esecuzioni dal vivo, il tutto organizzato con attenzione e cura per poterli sostenere in questo difficile momento. La mia attività di scrittura, che ha visto la pubblicazione recente del mio libro “Inquietudini fra Musica e silenzio ” ha continuato con ancor più tempo a disposizione. E sto realizzando un progetto rivolto all'interazione fra letteratura e poesia con la musica ed ovviamente il flauto. Spero di riuscire nei miei intenti. Lo studio flautistico poi guarda al futuro nella preparazione dei prossimi concerti.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Sebbene non ami molto questo tipo di proposta, l'ho trovata comunque interessante e forse necessaria in un momento in cui anche le Istituzioni ci hanno un poco dimenticato come “categoria". La performance dal vivo è un momento creativo unico ed insostituibile. Pertanto queste proposte online, sebbene non sufficienti a colmare il grande vuoto che si è venuto a creare, possono comunque elargire bellezza ed entusiasmo. Ho partecipato a qualche breve video con dei cari amici e colleghi, e l’ultimo, corale, che vede coinvolti molti musicisti, e che ancora deve andare “in onda” e di cui non posso parlare specificamente, lo ritengo importante anche come messaggio sociale e culturale legato al settore dell’ Istruzione.
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Per rispondere a questo credo si dovrà attendere l'evoluzione di questa situazione. Non sono certo un’esperta né un politico. Ma credo che per superare le difficoltà, di qualsiasi tipo esse siano, si debba affrontare il problema anche mettendo a disposizione dei mezzi concreti per farlo. Dalla disponibilità economica al ripensare modalità e spazi, al sostegno morale e psicologico: si devono attuare soluzioni. Perché, solo come esempio, preoccuparsi di far ripartire il calcio, e tralasciare o curarsi con non sufficiente attenzione del settore educativo ed artistico, abbandonato a sé stesso o alle private o locali iniziative, lo trovo non solo vergognoso, ma eticamente immorale.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
I giovani in generale pur affrontando con coraggio il momento, sono i più colpiti e danneggiati, a mio parere. A quanto ho esposto sopra, dobbiamo aggiungere che possiamo facilmente immaginare il loro stato psicologico, di fronte ad un mondo che già prima, ma ora più che mai, offriva ed offre poche possibilità lavorative, ma anche creative. Siamo oppressi dalle urgenze economiche e questo inaridisce i cuori dell’umanità. Dobbiamo pensare a loro e farlo con attenzione. Mi auguro che i giovani possano continuare a credere nella Bellezza e nell'Ispirazione. Senza l'energia delle nuove generazioni, siamo davvero perduti.
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
Noi artisti esistiamo grazie al pubblico ed avviene una magia unica quando ci esibiamo, uno scambio di emozioni, di cultura e di creazione estemporanea, che solamente con le performances dal vivo, ai concerti, a teatro, può realizzarsi. Senza questo stupefacente scambio di anime, l‘Umanità non avrebbe ragion d'essere. Mi auguro che tutti possano continuare a fare la loro parte, perché in questo troviamo il nostro grande patrimonio e l’eredità di ogni significato dell'esistenza.
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