#tempocalmo: 5 domande a musicisti italiani in tempo di coronavirus: Andrea Tamburelli
Andrea Tamburelli, pianista
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Nelle regole di vita del musicista di Schumann, il sommo afferma come ultima di queste perle “lo studio è senza fine”. In questi tre mesi ho approfittato per studiare nuovo repertorio, riprendere opere che non toccavo da anni.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Sì, ho registrato parecchie clip su richiesta di associazioni. In particolare RotaryConnette, un progetto nato con l’idea di raccolta fondi per comprare tablet per gli ospedali del milanese e rendere possibile videochiamate tra pazienti e familiari. Il primo maggio poi ho fatto un concerto in diretta Facebook.
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Assolutamente no. Il pubblico in sala sarà ovviamente distanziato; forse introdurranno l’idea di scaglionarlo in due, nei due tempi di concerto soliti, dove magari il programma viene ripetuto. Le orchestre poi non potranno esibirsi chissà per quanto, l’opera e il coro neanche a parlarne, vista la quantità di particelle emesse cantando.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
Si prospetta un periodo di grave difficoltà, con ancor meno occasioni di quante ce ne fossero prima per i giovani. È chiaro che i teatri e le associazioni avranno un’importante perdita economica. Ad ogni modo anche prima della pandemia esisteva una realtà giovanile più che meritevole e talentuosa piena di entusiasmo e voglia di fare, che poi nella maggior parte dei casi doveva lottare per ritagliarsi un piccolo spazio nel mondo dei concerti.
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
L’arte è vita. Non credo di poter esser più efficace.
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