#tempocalmo: 5 domande ai musicisti in tempo di coronavirus: Quartetto Lyskamm
Quartetto Lyskamm
1 - Come passa il suo tempo?
Cecilia: Principalmente dormo, cucino, leggo, studio e cerco di allenarmi con costanza. A volte una di queste attività ruba del tempo alle altre, ma cerco un equilibrio.
Franziska: Il mio tempo è in gran parte scandito da mia figlia di un anno! In questo momento tragico a livello globale è un dono inaspettato poter stare insieme alla mia famiglia, e per questo mi sento fortunatissima.
Francesca: faccio molte lezioni su online ai miei allievi di Fiesole e La Spezia, cucino, leggo, cerco di riposarmi e di imparare ad usare la mia nuova macchina fotografica.
Giorgio: Nel quartetto mi hanno sempre preso in giro per la mia passione per i lavori domestici, e in questi giorni sono felice di avere tempo per la casa. E' molto più difficile non poter stare all'aria aperta, amo molto muovermi nella natura e mi mancano le alpi. Nel frattempo c'è anche molto da lavorare, nella musica da camera si fa tanto per organizzare i propri concerti e quindi questo momento è utile per fare un po' di pianificazione per il futuro.
2 - Di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Cecilia: Sto approfondendo lo studio del repertorio e del violino barocco
Franziska: Principalmente di ninne nanne e canzoncine! Ma nei momenti in cui riesco a studiare sto approfondendo lo studio del repertorio barocco, montando corde di budello sul violino e studiando con l'arco barocco, cosa che nella vita di musicista moderna non ho quasi mai tempo di fare.
Francesca: mi sto prevalentemente occupando dei miei allievi di viola di Fiesole e La Spezia e cerco di sviluppare insieme ad alcuni amici e colleghi musicisti idee per poter suonare dal vivo, portando la musica da camera vicina al pubblico nonostante le pesanti e giuste restrizioni che il mondo dello spettacolo probabilmente subirà nei prossimi mesi.
Giorgio: Sopratutto di due cose: sistemare e pubblicare qualche registrazione fatta negli ultimi mesi di normalità, e mettere insieme buone idee per i prossimi mesi e anni.
3 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Cecilia
: Onestamente no, non mi sono ancora trovata a mio agio in questa nuova soluzione digitale nell’offrire la musica, anche se ho seguito alcuni concerti domestici di amici talmente belli, che mi hanno fatto pensare molto. È sicuramente importante pensare al dopo, e a come evitare che il modo in cui fruiamo della musica sul web non sia una svendita e un gioco al ribasso per quanto riguarda la qualità di quello che facciamo.
Franziska: Credo poco nel valore delle esecuzioni musicale a collage o a distanza, possono essere un gioco divertente per passare il tempo e sentirsi vicini in qualche modo ma sono di scarso valore artistico. I concerti del passato riproposti mi convincono di più, anche se mi fanno venire ancora più nostalgia della musica dal vivo, che è la sola vera anima del nostro mestiere. Stanno andando in onda su rai 5 delle puntate del progetto Musica da Camera con Vista, il nostro quartetto ha partecipato alla prima dello scorso 4 aprile (?) ed è stata una fortunata casualità che lo programmassero proprio in questo periodo.
Francesca: Non ho proposto esecuzioni in streaming, né da sola né con il quartetto. Penso che suonare dal vivo necessiti della condivisione di uno spazio reale in cui musicisti e pubblico interagiscono momento per momento, che non ha purtroppo la possibilità di essere ricreato in internet.
Giorgio: Per ora no, ho solo condiviso qualche registrazione di concerti del passato. Tuttavia, credo che la fruizione di musica a distanza sia un'opportunità, non tanto per avere un surrogato dell'esperienza di ascolto dal vivo ma, oggi e in futuro, per arricchirla. Credo possa essere il luogo giusto per approfondimenti, riascolti e altre idee che possono preparaci a un concerto e accompagnarlo, facendoci venire ancora più voglia di sentire musica ed accrescendo la nostra consapevolezza come ascoltatori.
4 - Quale è la composizione che ha cambiato la sua vita?
Cecilia: Il quartetto K80 di Mozart, Le ultime sette parole di Cristo in croce di Haydn e le Sinfonie di Beethoven. Mi hanno aperto un mondo. Più recentemente Mahler, sia le sinfonie che i Lieder, ma come non citare Schubert e Schumann… dipende molto dal periodo della mia vita a cui penso!
Franziska: La composizione che ha cambiato la vita al nostro quartetto credo sia il quartetto in sol maggiore D887 di Franz Schubert. Un viaggio sconvolgente nelle profondità dell'animo umano in cui ci siamo intimamente incontrati.
Francesca: la sinfonia n.29 in la maggiore di Mozart, è stato il primo pezzo che ho suonato in orchestra da bambina.
Giorgio: Forse La sagra della primavera di Stravinskij, quando ero bambino la ascoltavo a ripetizione nella registrazione della Cleveland Orchestra con Pierre Boulez. Fu per me l'occasione di inaugurare un nuovo mondo musicale, da lì in avanti.
5 - Un suo pensiero al pubblico dei concerti?
Cecilia: Spero tanto che questo scossone sia un modo per ritrovarci più vicini e più empatici. Spero che tutti questi “concerti dal balcone” siano poi convertiti in un pubblico più curioso e attento, che durante questa pandemia si è accorto dell’assenza assordante dell’arte.
Franziska: Mi auguro che questo periodo di astinenza serva a ognuno di noi per ripulire le orecchie, ascoltare il silenzio purificante delle nostre metropoli senza cercare di riempirlo in modo forzato. Accettare la realtà per trovare più quiete interiore, ma allo stesso tempo focalizzare quello che nella vita è realmente importante in modo più lucido, per tornare a pretenderlo con rinnovata determinazione.
Francesca: Condivido un pensiero che unisce il pubblico e gli artisti dei concerti: inventiamoci modi nuovi che ci portino insieme a vivere l’esperienza della musica. Anche se non potremo accedere normalmente alle strutture che di solito ci ospitano, elaboriamo dei progetti e costruiamo nuovi spazi che soddisfino le nuove regole. Sarà un’occasione imperdibile per capire cosa ci interessa davvero e cosa è superfluo, per immergerci in quello che più profondamene ci piace, per smantellare vecchie abitudini e per cogliere la musica da nuovi punti di vista.
Giorgio: Condivido la domanda che sento agire in me in questi giorni. Ora che non ci sono concerti, ciascuno di noi è costretto a chiedersi cosa significhi, in un modo più essenziale, sentire musica dal vivo: ascoltare, vedere, incontrare, essere presenti e coinvolti, partecipare a un rituale collettivo? Riproponendo due categorie tradizionali e limitate, a quale livello di astrazione e a quale livello di corporeità avviene l'ascolto? Le risposte sono tante, sfumate, individuali. Il valore dell'ascolto è per me nella diversità: chi dà forma a un testo è costretto a scegliere una parola dopo l'altra, chi ascolta è molto più libero.
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