#tempocalmo: 5 domande a musicisti italiani in tempo di coronavirus: Lydia Cevidalli
Foto: di Michele Paladin
Lydia Cevidalli, violinista
1- Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Nonostante dal 4 maggio si siano allentate le maglie della chiusura, la realtà che stiamo vivendo è sicuramente molto difficile e straniante. I musicisti in generale trascorrono molto tempo a casa, in solitudine, a studiare, in compagnia della loro musica, del loro strumento e del mondo di suoni che sentono dentro di sé. Ho approfittato del maggior tempo a disposizione per riprendere a suonare alcuni repertori che ho approfondito con calma solitudine: le sonate di Mozart, Beethoven, le partite di Bach, provando un immenso piacere a suonare questo repertorio. Come docente di violino del Conservatorio di Milano ho proseguito regolarmente le lezioni attraverso le piattaforme online. A dire il vero, è molto faticoso ascoltare i suoni falsati e irreali provenienti dal computer. D’altra parte, i ragazzi hanno più tempo a disposizione e si impegnano con più entusiasmo, proprio perché raggiungono buoni risultati in meno tempo. Nonostante la fatica dei collegamenti, si riesce comunque a stabilire una buona relazione, ma niente è valido come suonare, ascoltare, vedersi e parlarsi da vicino, nella realtà.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Ho approfittato dei social, soprattutto facebook, per riproporre alcuni brani tratti da miei CD e da concerti passati. A volte ho condiviso alcuni ascolti proposti dal Conservatorio di Milano.
3 - Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Se devo guardare a questo aspetto con occhi realistici, temo che per molto tempo sarà difficile organizzare i concerti con le stesse modalità che conosciamo. La forzata chiusura ha consolidato in molte persone la convinzione che sia più comodo ascoltare la musica diffusa attraverso la radio, la televisione, oppure ascoltare un CD. La speranza è che siano le forze giovanili ad opporsi a queste cattive abitudini. La forzata chiusura ha dimostrato anche quanto siano importanti i contatti diretti, vivere la vita e la musica dal vero, ascoltare le vibrazioni, le risonanze pure, senza intermediazioni.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
Mi auguro che le società concertistiche favoriscano le esecuzioni di solisti o gruppi cameristici formati da giovani musicisti. Abbiamo bisogno di cambiare le politiche delle scelte e dei favoritismi che hanno bloccato a giovani e valenti musicisti l’entrata nel mondo dei concerti.
5 - Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
Abbiamo tanto il desiderio di tornare a contatto con il pubblico! Con la speranza che sia un pubblico sempre più numeroso, entusiasta e che apprezzi nuove proposte e nuovi volti.
www.lydiacevidalli.it

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