#tempocalmo: 5 domande a musicisti italiani in tempo di coronavirus: Giorgio Zagnoni
Giorgio Zagnoni, flautista - già primo flauto della Rai di Milano.
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Se voglio trovare una cosa positiva in questa terribile pandemia, è la possibilità di studiare con molta più scrupolosità il repertorio del flauto. In qualità di Presidente dell'Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna, sono impegnato a recuperare i concerti persi nella Stagione al Teatro Manzoni di Bologna e sono in attesa di capire se la nostra tournée programmata in Giappone nei primi giorni di Settembre si potrà fare. Come tutti noi abbiamo visto, i cosiddetti esperti della materia forniscono notizie contraddittorie e non ci permettono di capire minimamente quando la nostra attività potrà di nuovo essere svolta e in che modo.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Per il momento no, ma non lo escludo. avendo avuto una proposta da un Festival online di San Francisco.
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
A questa domanda è molto difficile poter rispondere proprio perché le notizie che arrivano sono le più disparate. Ho appena letto un'intervista di un importante virologo giapponese il quale asserisce che in Giappone la mortalità dovuta al Covid19 è dello 0,01%. Allora mi chiedo se fosse mai vera questa notizia, perché non sperare di ritornare ad assistere ai concerti dal vivo come abbiamo fatto fino ad ora? Se invece seguiamo chi sostiene che già dalla Fase 2 si potrebbe arrivare a 151.000 contagiati va da sé che immaginarsi di poter radunare un'orchestra ed un pubblico come eravamo abituati a fare è pura follia. Per carattere ho sempre visto il bicchiere mezzo pieno. Voglio continuare a farlo e a pensare che questo incubo finirà e ci permetterà di ritornare a godere della nostra straordinaria professione.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
Credo che per i giovani interpreti il problema lavorativo sia sempre esistito. Sappiamo perfettamente che riuscire a conquistare un posto in orchestra a tempo indeterminato é difficilissimo. Si fanno concorsi per uno o due posti e ci sono centinaia di partecipanti, il che significa che i più rimarranno senza occupazione e non si intravedono all'orizzonte politiche che tengano conto di questo problema. Certamente il Covid19 amplificherà tutto questo disagio.
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
Penso sia impossibile immaginarsi un concerto in una sala vuota. Tutti noi sappiamo che è fondamentale suonare dal vivo di fronte al pubblico, perché questo ti dà una carica e un coinvolgimento emotivo insostituibili. Perciò noi abbiamo la necessità che questa particolare sinergia torni ad attuarsi. L'augurio che faccio è di aspettare fiduciosi, perché presto torneremo di fronte a loro
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