#tempocalmo: 5 domande a musicisti italiani in tempo di coronavirus: Carlo Jans
Carlo Jans, flautista e direttore - Conservatorio di Lussemburgo
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Studiando il flauto, leggendo nuova musica, ponendomi nuove sfide: come lavorare sulla respirazione circolare nelllo staccato, primo approccio al beatboxing sul flauto... lavorando nella mia biblioteca e discoteca. Come direttore d'orchestra sto studiando le partiture per i concerti nel 2021 e lavorando per rinnovare il mio sito web. Ho lavorato anche con i miei studenti. Hanno dovuto inviarmi registrazioni... Sto ascoltando attentamente le registrazioni, facendo osservazioni, riflessioni, dando idee... dando anche consigli su come studiare. È stato completamente un altro modo di insegnare... gli studenti devono essere molto concentrati mentre fanno le registrazioni! All’inizio non volevo dare lezioni di skype, facetime e così via. Trovo questo approccio pericoloso... c’è bisogno del contatto con gli studenti... non di cattiva qualità e ritardi nei collegamenti internet. Il video non supporta bene l’insegnamento... se funzionasse bene, allora si potrebbe vedere in esso un vantaggio...
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
No, e ho anche i miei motivi... molti colleghi lo stanno facendo... personalmente posso vivere con una pausa dal pubblico per circa 2 o 3 mesi. Devo ammettere che trovo ridicolo offrire musica totalmente gratis, lezioni gratis... l'arte non dovrebbe essere così economica... dobbiamo proteggere la nostra arte anche in tempi di corona....
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Sarà come incontrare amici o andare al ristorante... i primi giorni, saremo felici di socializzare di nuovo, di vedere i nostri amici. Ci terremo un po’ a distanza stando attenti, all’inizio sarà diverso vedere amici con le mascherine, non stringere la mano, non baciare i nostri amici e familiari, dopo alcuni mesi, anche queste barriere andranno via e presto, non so quando, potrebbe essere tra sei mesi, tutto tornerà normale... La stessa situazione sarà per i concerti, prima saremo felici di andarci, attenti con le mascherine, mantenendo le distanze... tornando poi alla vita normale...
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
Gli organizzatori di concerti dovranno lottare per tornare a una vita normale... ovviamente sarà molto difficile per loro dal punto di vista finanziario. Passeremo attraverso una terribile crisi economica in Europa. Il grande rischio è che non ci saranno soldi per la cultura... potrebbero esserci alcune città, regioni, che useranno questa situazione per chiudere teatri dell’opera e le orchestre sinfoniche. Ma cos'è la vita senza cultura... già Churchill affermava che la cultura è uno dei motivi per combattere... ai giovani invece dico: non dovreste cadere nella trappola di offrire gratuitamente la vostra arte ...
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
La vita musicale sta già soffrendo molto a causa di Internet, anche senza corona..., lezioni, concerti, registrazioni, tutto gratis... tutto ciò è estremamente pericoloso per il futuro dell'arte in generale. Il pubblico dovrebbe sostenere performance dal vivo, andare ai concerti, acquistare di nuovo CD, DVD... Il corona non dovrebbe essere per anni un motivo per evitare le performance di concerti dal vivo... La migliore registrazione digitale non potrà mai sostituire una performance dal vivo. Non dovremmo ammettere cose, come gli aerei dove le persone sono abbastanza vicine e nelle sale da concerto devono esserci distanze di 2 - 5 metri. Ciò aumenterà di nuovo i prezzi dei biglietti e terrà lontane le persone.
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