#tempocalmo: 5 domande a musicisti italiani in tempo di coronavirus: Claudio Montafia
Claudio Montafia , flautista - Primo Flauto dell’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta.
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Apparentemente stare in casa tutto questo tempo, tanti giorni senza potersi muovere e vivere normalmente potrebbe sembrare un’ottima occasione per riposarsi e poltrire un po’. In realtà dall’otto marzo a oggi le mie giornate sono state occupate molto intensamente da molteplici attività e in particolar modo dedicate a fare tutto ciò che si è rimandato anche per anni. Sicuramente la mia casa non è mai stata pulita e in ordine come ora e tutti quei piccoli lavoretti sempre rimandati hanno trovato finalmente spazio e tempo. A parte gli scherzi le cose che più mi stanno occupando maggiormente il tempo sono le lezioni online con i miei studenti di conservatorio, lo studio del flauto e soprattutto la stesura del mio secondo volume del libro Cantabile è... flauto. Sono anni che mi arrivano continue richieste per la pubblicazione del famigerato secondo volume. Tranquilli ci sto lavorando assiduamente e spero di ultimare il lavoro molto presto.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Non ho proposto nulla in streaming ma ho realizzato alcuni video che poi ho condiviso sui social. In particolare ho condiviso quattro video con i quattro movimenti della partita in la minore di J. S. Bach, dove ho girato immagini originali alle quali ho applicato le registrazioni audio. Altri due video sono dedicati a Falaut, un saluto agli amici flautisti e agli amici della mia orchestra, l’Orchestra Regionale Veneta OFV e un altro dedicato al Campus delle Arti. Altri due video su Venezia con le musiche del Concerto per due flauti di Vivaldi e una Fantasia di Telemann. Ho trovato molto piacevole quest’attività .
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Il ritorno alla normalità sarà sicuramente lento e graduale e molto dipenderà dall’evoluzione della pandemia. A breve secondo me sarà possibile esibirsi in concerto proponendo concerti con organici ridotti che permettano il distanziamento con un’adeguata disposizione del pubblico in sala; a questo proposito con la mia orchestra stiamo già pianificando un ritorno all’attività con queste modalità. Certo il ritorno alla grande orchestra avverrà solo nel momento in cui i rischi per la salute si ridurranno drasticamente. E’ impensabile attualmente radunare 60/100 elementi garantendo il giusto distanziamento inoltre, per noi strumentisti a fiato è praticamente impossibile suonare con la mascherina.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
Io credo che in futuro ci sarà da aspettarsi e da auspicarsi un ritorno alla normalità e per normalità intendo il bene e il male che sottintende questo termine. Non mi aspetto nuovi finanziamenti, nuove aperture, nuove opportunità, mi spiace ma sono pessimista. In Italia ci sarebbe bisogno di aprire decine di nuove orchestre stabili per creare lavoro per i nostri bravissimi giovani musicisti ma non credo che il dramma della pandemia potrà sviluppare una nuova sensibilità per l’arte e la cultura, ma spero di sbagliarmi.
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
Al pubblico dei concerti mancherà sicuramente tantissimo la musica dal vivo. Sarebbe molto bello che gli appassionati di musica si facessero sentire sui social chiedendo a gran voce di pensare a un ritorno della musica nelle sale da concerto o nelle chiese in modo tale da ricordare ai nostri governanti che noi ci siamo, che la cultura è fondamentale e che quindi venga salvaguardata e supportata. Questo potrebbe essere un segno tangibile.
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