#tempocalmo: 5 domande a musicisti italiani in tempo di coronavirus: Gary Shocker
Gary Shocker , flautista e compositore
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Ogni giorno suono molti flauti diversi per continuare a mettere alla prova la mia tecnica. Inoltre, compongo quasi ogni giorno e suono anche l'arpa e il piano. Ci sono alcuni studenti a cui insegno online e mi piace farlo. Ho scoperto che riuscire a vedere il volto da vicino senza tanto suono come quando si è nella stessa stanza con un musicista mi ha portato a nuove idee.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Si, ci sono video su Facebook, Instagram e You Tube.
3 – Terminata l’emergenza COVID -19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
La mia ipotesi è che i grandi gruppi non si riuniranno, quindi i concerti potrebbero essere per poche persone alla volta. L'energia di un'esibizione dal vivo non può essere duplicata ascoltando un telefono o un computer. Penso che sia meglio esibirsi dal vivo per 25 persone, piuttosto che essere ascoltato da tutto il mondo solo digitalmente.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
Forse in futuro esisteranno meno artisti dove c'è meno possibilità di fare live performance. Forse più persone suoneranno per se stesse o solo poche persone, quindi ci saranno più amatori. E non c'è nulla di male nell'essere un amatore. È importante cercare di accontentarsi anche del solo dono della musica stessa. Dal mio punto di vista, la grandezza di suonare proviene da a) talento b) onestà e curiosità c) desiderio infinito di poter esprimere ciò che si sente dentro nell'immaginazione dei musicisti. E tutto ciò non ha nulla a che fare con l'esecuzione. È una forma di autorealizzazione.
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
Dirò che è sempre stato un grande piacere esibirsi in Italia e spero che un giorno potrò tornare e suonare di nuovo lì.
www.garyschocker.com/

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