#tempocalmo: 5 domande ai musicisti in tempo di coronavirus: Costanza Principe
Costanza Principe , pianista
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Passo le mie giornate in modo sempre vario, alternandomi tra lo studio dello strumento, le ultime fasi di editing del mio primo CD dedicato a Schumann che uscirà per l'etichetta Warner, e le lezioni online ai miei allievi del Conservatorio di Sassari. Ho riscoperto una dimensione legata alla casa, che mi permette di alternare le mie occupazioni musicali alla riscoperta di attività divertenti e leggere, come nuovi esperimenti culinari, le pulizie, l'ordine. Ho più tempo per curare l'ambiente dove sono solita lavorare e mi aiuta a mantenere più calma mentale e lucidità e a riordinare i pensieri.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
All'inizio confesso di avere avuto qualche perplessità in merito. L'idea di una performance senza contatto diretto con il pubblico, senza un applauso, senza quel silenzio solenne che precede l'inizio della musica mi spaventava un po'. Poi ho fatto la mia prima diretta per l'Outside In Online Festival, su Facebook e Instagram, e ho visto che le persone reagivano, ascoltavano, si incuriosivano. E' stato un feedback importante, e mi sono detta che forse, non potendo fare di meglio al momento, se usato con intelligenza può essere un mezzo molto importante. Sicuramente non deve diventare un surrogato, nè una scusa, ma è sicuramente uno strumento di cui disponiamo e del quale dobbiamo fare il migliore uso possibile. Per questo motivo ho condiviso brevi estratti musicali per diverse iniziative collegate all'emergenza Covid, e martedì prossimo sarò in diretta Facebook per una campagna di fundraising del Genoa International Music Youth Festival.
3 - Terminata l'emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Penso che, sicuramente, anche terminata l'emergenza, dovremo attuare delle misure di sicurezza. Finchè non ci sarà una soluzione tangibile, come un vaccino, o una vera e propria cura, purtroppo non si potrà parlare di risoluzione dell'emergenza. Penso che questi lunghi mesi senza musica, senza esperienza di performance dal vivo, ci abbiano sostanzialmente dimostrato che, purtroppo, e anche per fortuna, ciò di cui ci occupiamo in quanto musicisti è sostanzialmente un'esperienza di condivisione. In un'emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo le prime realtà che si bloccano sono quelle di comunione, condivisione, e la musica e i concerti dal vivo ne sono l'esperienza più alta. Paghiamo il prezzo (noi musicisti, ma anche chiunque si occupi di un evento musicale, dalla sua nascita, ideazione, organizzazione al prodotto finale sul palcoscenico) di essere il cuore pulsante della condivisione nel suo senso più alto e puro. E' nostro dovere, in questa fase, mantenere il contatto con mezzi alternativi al concerto dal vivo, ma mi piace pensare che ritorneremo a farlo nel modo per noi più naturale, ricostituendo il contatto con un pubblico che, quando potrà, riscoprirà una voglia ancora maggiore di partecipare a questo meraviglioso atto di comunione.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
Il post-pandemia non sarà facile, per tutti noi, come purtroppo non è un momento roseo quello che stiamo vivendo già ora. Mi auguro che, gradualmente, ci possa essere un ritorno a una nuova modalità di fruizione della musica dal vivo, sicuramente con più misure di sicurezza, alle quali dovremo abituarci nella vita di tutti i giorni, e che chi ci governa ci sostenga in questi mesi sospesi in cui molti di noi si trovano in grande difficoltà, pensando a nuove misure di sostegno a tutta la categoria che non può, per ora, svolgere la propria professione.
5 - Vuole rivolgere un pensiero / appello al pubblico dei concerti?
Continuate ad essere curiosi. La curiosità è il carburante che ci porta a desiderare di scoprire qualcosa di nuovo, e anche ora che non potete respirare l'aria e il silenzio in un grande teatro prima che si apra il sipario potete comunque trovare un parziale appagamento nelle varie forme riproducibili di ascolto musicale. Se la riproducibilità ha profondamente cambiato la concezione della musica per noi interpreti (penso al perfezionismo più spietato nella realizzazione di un disco, alle possibilità infinite di concentrarci e migliorare gli aspetti più immediati, quelli quantitativi, di una performance musicale), cerchiamo di trovarne un lato positivo (e ce ne sono molti!) e di sfruttare questi mezzi con la grande speranza di ritrovarci tutti insieme in una sala da concerto. In sintesi: pazienza, attesa e grande curiosità!
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