#tempocalmo: 5 domande ai musicisti in tempo di coronavirus: Fabrizio Falasca
Fabrizio Falasca , violinista
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
In questo periodo di isolamento trascorro le giornate sempre in maniera diversa, mi dedico allo studio del violino, alla lettura, all’ascolto di capolavori musicali ed al benessere psicofisico. Attualmente, considerata la cancellazione di tutti i miei impegni artistici fino all’autunno, mi sto dedicando a tutti i progetti sia discografici, sia concertistici in programma a fine 2020 inizio 2021. Contemporaneamente, sto preparando un nuovo repertorio sia solistico, sia cameristico, non tralasciando l’approfondimento della tecnica e l’insegnamento online.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Anche io come molti musicisti italiani, in questo momento particolare ho proposto delle performance in streaming. In particolare ho dedicato una esecuzione di Bach alle vittime del Covid-19 e agli amici della GOG di Genova, poiché mi è stato cancellato un concerto nel mese di febbraio al Teatro Carlo Felice, inoltre,  ho fatto parte ad un progetto sui 24 studi di Pierre Rode finalizzato a sostenere ed incoraggiare tutti gli studenti di violino dei conservatori italiani. Non escludo di partecipare ad ulteriori iniziative online poiché i concerti dal vivo non si ipotizza avvengano in breve tempo.
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Questa calamità ha disorientato un po’ tutti, scompaginato tempi e modalità delle attività artistiche programmate da tempo. La problematica più rilevante risiede appunto nella ripresa. La realtà dei teatri, strutturati in modo tale da accogliere il pubblico in spazi ridimensionati, costituisce un ostacolo rilevante. Sicuramente saranno studiate e adottate soluzioni idonee ad assicurare al pubblico e agli artisti condizioni ottimali di sicurezza, si potrebbe anche ipotizzare di ottenere un distanziamento facendo occupare al pubblico posti in modo alternato oppure consentendo l’accesso ad un pubblico ridotto replicando più volte lo stesso programma del concerto. Un’altra ipotesi nella fase inziale potrebbe essere quella di aprire i teatri con organici orchestrali ridotti e ampliarli progressivamente. Si potrebbe anche pensare, sempre nella fase di avvio, di proporre concerti di musica da camera che richiedono la presenza di un numero esiguo di musicisti.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
Al momento risulta difficile prevedere tempi e modi di ritorno all’attività concertistica sia a livello nazionale, sia internazionale. Il rischio potrebbe essere un rallentamento generale delle attività artistiche a livello mondiale ancora per molto tempo. Gli scenari futuri sono imprevedibili, non conoscendo gli sviluppi della pandemia e le misure di sicurezza che si adotteranno nel settore dello spettacolo, risulta difficile prevedere il numero e la tipologia di concerti che saranno programmati dopo la pandemia. Sicuramente i giovani interpreti, le orchestre e in genere tutto il mondo dello spettacolo ha subito una forte battuta d’arresto ed è uno dei campi più colpiti e certamente avrà bisogno di una ripresa più graduale.
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
Noi artisti stiamo risentendo molto della lontananza dal palcoscenico e dal pubblico che rappresentano per noi l’anima del teatro, fonte di entusiasmo, vitalità ed energia. La musica esprime forti sentimenti, è un linguaggio universale che raggiunge le anime e le fa vibrare all’unisono cosi che diventino una sola anima del mondo. La musica eleva il singolo e connette i molti, costituisce un importante mezzo per connettersi con gli altri. Il pubblico è necessario alla musica come all’artista, esso ha bisogno dell’artista e le vite di entrambi necessitano di incontrarsi e condividere. Mi auguro di poter, al più presto, rivivere le sensazioni ed emozioni reciproche che la musica , i teatri, attraverso il coinvolgimento emotivo del pubblico, offrono durante i concerti e di poter godere della bellezza della musica tutti insieme lasciando alle spalle questa brutta esperienza e valorizzando sempre di più il fantastico mondo dell’arte.
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