#tempocalmo: 5 domande ai musicisti in tempo di coronavirus: Ennio Morricone
Foto: Lucio Fumo, Ennio Morricone, Francescantonio Pollice - Concorso Nazionale Francesco Agnello 2018
Ennio Morricone , compositore, direttore d'orchestra -  Premio Oscar 2016
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale?
Rispetto alla mia normale attività compositiva, in questo periodo non ci sono state sostanziali differenze. Io scrivo quando sento il bisogno di scrivere. Di solito, comincio a scrivere un nuovo lavoro quando avverto la necessità impellente di comporre. Questo avviene quando sento che si sta delineando un’idea compositiva che deve essere messa su carta e cominciare ad essere sviluppata. L’attuale situazione di emergenza per la pandemia non ha, dunque, cambiato il mio modo di vivere la composizione.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
No, non ne ho proposte. Penso, però, che l’utilizzazione dello streaming possa essere molto utile in questa fase di emergenza. Allo stesso tempo penso che sia assurdo rassegnarsi al fatto che la musica non sia eseguita dal vivo, senza la presenza di musicisti o di un’orchestra di fronte al pubblico. La eventuale prospettiva futura di continuare a proporre soprattutto registrazioni o esecuzioni in streaming con pochi esecutori mi parrebbe proprio una resa.
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Penso e spero che sarà lo stesso. Penso che in assoluto non possa e non debba cambiare. Non deve nemmeno cambiare la maniera in cui il compositore scrive, il modo in cui vengono concepite le idee e come quest’ultime vengono messe in partitura. No, non è possibile che ci sia un cambiamento in questo.
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto per i giovani compositori dopo la pandemia?
Io spero che tutto si normalizzi. Lo spero proprio. Questa crisi non dovrà essere più devastante di altre crisi che ci sono state nei secoli passati. Anche se questa sembra più grave, si sono già verificate in passato altre epidemie che, nonostante tutto, non hanno annullato il senso e il valore del far musica. I giovani devono continuare a studiare e a formarsi nel migliore dei modi, con la stessa maniera, la stessa volontà, con la capacità di comporre seguendo il percorso che trasforma in suoni le idee scritte sulla carta. Sono assolutamente ottimista. Non siamo alla fine del mondo.
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
Certamente voglio farlo. Io mi auguro assolutamente che il pubblico torni ad ascoltare i concerti dal vivo, con orchestra o con gruppi da camera. La musica non è finita! Non è assolutamente finita. È necessario che gli interpreti suonino dal vivo in presenza del pubblico. Il pubblico dovrà esser messo nelle condizioni di ascoltare i concerti senza avere motivi di preoccupazione per un eventuale contagio. Sono fiducioso su questo, anche se nel momento attuale ci sono giustificati motivi di preoccupazione che capisco e condivido. Penso, però, che le cose cambieranno e che il pubblico tornerà a frequentare i concerti.
(Intervista telefonica raccolta da Piero Niro il 4 maggio 2020, ore 12:30)
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