#tempocalmo: 5 domande ai musicisti in tempo di coronavirus: Giuseppe D'Amico

Giuseppe D'Amico musicista e compositore
1 - Come passa il suo tempo?
In questo periodo di apparente riposo forzato, cerco di apportare miglioramenti sia al mio bagaglio di conoscenze, sia alla mia capacità speculativa, cercando di comprendere, in questo tempo che, come ho detto prima, sembra essere di riposo forzato, i sistemi, i criteri con cui in questi anni mi sono rapportato con la materialità delle cose, cercando di rimodulare, per quanto possibile alla luce della nuova esperienza vissuta, nuovi criteri con i quali rapportarmi a quella che credo essere attualmente una più matura visione delle cose, sia in campo artistico, che quotidiano.
2 - Di cosa si sta occupando?
Due sono gli aspetti principali. Il primo riguarda la creazione di una web tv dell’Accademia Ducale centro studi musicali, in cui ci onoriamo di ospitare figure di rilievo del panorama compositivo contemporaneo italiano ed europeo, musicologi ed altre figure interessanti legate sempre al campo della musica colta. La seconda riguarda un progetto i cui cardini saranno: CONDIVISIONE, DONO, APERTURA, FRUGALITÀ E GENEROSITÀ. L’innovazione sarà la CONDIVISIONE, una nuova concezione del Teatro, non come organismo elitario, ma come luogo che si apre all’accoglienza intesa come dono e condivisione. La peculiarità dell'iniziativa consiste nell'aprire le porte delle famiglie della comunità ospitante ai visitatori che saranno attratti dall'idea di visitare un borgo d'Italia per scoprirne la vita e tornare a casa con il ricordo di un incontro umano sincero. DONO. La genuinità dell'incontro è la vera scoperta di chi viaggia e di chi ospita ma il valore di una tale esperienza spesso si esaurisce nella logica dell'ospitalità turistica. Con il concerto si innesca invece una modalità di scambio reciproco: l’ospite porterà in dono il biglietto valido per sé e per chi lo accoglierà, mentre le famiglie ospitanti avranno modo di assistere al concerto donando la propria ospitalità a tavola. APERTURA. Un concerto di musica colta viene spesso percepito come oggetto di fruizione elitaria, destinato ai pochi adepti che vi hanno accesso per cultura e possibilità economiche. Con il progetto Teatro del dono e della condivisione la fruizione di un concerto di musica colta raggiunge il cuore di una piccola comunità. FRUGALITÀ E GENEROSITÀ. Le famiglie ospitanti, individualmente o in gruppi organizzati, daranno la preferenza alla preparazione di prodotti e piatti della tradizione contadina locale offrendo un esempio di accoglienza spontanea e genuina certamente inedita per un turista.
3 - Cosa propone di vedere e ascoltare della sua musica?
Sperando possa essere interessante vorrei proporre l’ascolto di Stava lì la madre, brano per soprano,tenore, clarinetto, tromba, quintetto d’archi, pianoforte, percussioni e voce recitante composto per la prima edizione della rassegna Sursum Corda dell’Accademia Ducale dedicata interamente allo Stabat Mater che si è svolta il 14 aprile 2019.
4 - E della musica in genere?
Vorrei consigliare nuovamente per la musica sacra il Magnificat di Arvo Pärt, per restare nel nostro tempo. È, a mio avviso, un modello in cui ritrovare un’educazione culturale occidentale mediata, affiancata e a volte pregna di influenze della cultura slavo – bizantina e, più specificatamente, cristiana – ortodossa. Potente questa spiritualità emerge nella sua musica e nel suo stile tintinnabuli. Le fonti musicali di Pärt hanno origine in Occidente, in primo luogo il canto gregoriano e la polifonia antica; pochi sembrano essere, invece, gli influssi musicali orientali. Al contrario, invece, la tradizione filosofica e religiosa di questa parte del mondo diventa una colonna portante dell’estetica dei tintinnabuli.
5 - Qual è il colore della musica?
Per me sempre lo stesso: bianco. Candido e e puro, come dovrebbe essere.

© Cidim