#tempocalmo: 5 domande a musicisti italiani in tempo di coronavirus: Alberto Schiavo

Alberto Schiavo compositore
1 - Come passa il suo tempo?
Gustandomi il giardino di casa, ascoltando il canto della natura (per me il miglior compositore del mondo) e cercando ogni giorno di dedicare la maggior attenzione possibile a ciò che, spero, possa migliorare l’immagine che hanno di me le altre persone: la composizione innanzitutto. Ovviamente poi ci sono anche le lezioni online per il conservatorio per cui lavoro e altri impegni.
2 - Di cosa si sta occupando?
Grazie al maggior tempo a disposizione, in questo periodo ho diverse idee che mi passano per la mente (progetti per un paio di pezzi orchestrali, un balletto, un concerto per violino e orchestra ecc.) ma vedremo quanti di questi saranno poi effettivamente ultimati. Il progetto al quale mi sto dedicando con maggior convinzione è però relativo a una Missa Brevis per coro di voci femminili; l’idea sarebbe quella di una messa non particolarmente impegnativa, dal punto di vista esecutivo, e proponibile pertanto anche da un coro di voci bianche.
3 - Cosa propone di vedere e ascoltare della sua musica?
Domanda difficile: è come chiedere a un genitore quale dei suoi figli vorrebbe mettere in mostra. Siccome me lo chiede potrei pensare allo Stabat Mater ma chiedendo scusa a tutti gli altri mie lavori.
4 - E della musica in genere?
Penso davvero che ogni individuo abbia una propria sensibilità e che perciò sia difficile proporre qualcosa agli altri. Direi comunque tutta la musica da cui si possa imparare qualcosa…magari, dato che me lo chiede, si potrebbe cominciare dal Pater Noster di mio fratello Leonardo visto che vorrei averlo scritto io.
5 - Qual è il colore della musica?
Per quanto mi riguarda la musica può evocare tutti i colori ed è cangiante, come i colori delle stagioni (climatiche o della vita).
Infine, qual è la composizione che ha cambiato la sua vita?
Credo che sceglierne una sia davvero impossibile: c’è musica che mi ha fatto riflettere su cosa io voglio dalla musica ma ci sono anche composizioni che mi hanno fatto capire cosa voglio evitare nei miei lavori. Riflettendo però su questa domanda mi viene in mente di quando, da bambino, ho visto per la prima volta la partitura del Così fan tutte di Mozart; essendo figlio di un papà tipografo e di una mamma grande lettrice che mi ha sempre insegnato a considerare i libri oggetti preziosi che hanno bisogno di essere trattati con cura e attenzione, ricordo quanto sono stato affascinato da quell'oggetto che tenevo tra le mani; non tanto e non solo per la straordinarietà della musica che conteneva, quanto piuttosto per la bellezza dell’oggetto libro in sé: il suo spessore, le sue pagine ingiallite e profumate, la sua rilegatura dorata a ornamento della copertina rigida, il carattere della grafia musicale. È stato proprio in quel momento che ho deciso che avrei provato anch’io a creare libri come quello. http://albertoschiavo.weebly.com/

© Cidim