#tempocalmo: 5 domande a musicisti italiani in tempo di coronavirus: Antonio Ballista
Antonio Ballista, pianista
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale? Utilizzo l’imprevista disponibilità di tempo che questa sciagura mi consente per consolidare vecchi progetti ed escogitarne di nuovi. Anche i miei disegni e la mia attività grafica viene incrementata. Ma soprattutto posso dedicare una maggiore quantità di tempo a quella che è la mia più grande passione: la lettura.
2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming?
Mai e neppure ho intenzione di farlo.
3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato?
Spero rimanga lo stesso. Come può un musicista rinunciare allo stupore di sorprendersi a scoprire che interpretazioni maturate in mesi o addirittura anni di lavoro, grazie alla presenza del pubblico in sala, possono estemporaneamente trasformarsi in qualcosa di diverso e di irripetibile?
4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia?
Ora è impossibile saperlo. La fine di questa pandemia, come sappiamo, non eliminerà affatto le cause che l’hanno prodotta. Solo un radicale cambiamento di paradigma riguardo al rispetto della natura e alla limitazione dei consumi e dello sviluppo in tutto il mondo potrebbe dare una risposta convincente su ciò che sarà possibile nel lavoro futuro. Trovo una straordinaria sintesi di tutto ciò nella recente esternazione di Papa Francesco: “Credevamo di essere sani in un mondo malato”.
5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti?
Al pubblico vorrei dire: Grazie per la vostra pazienza. Noi artisti e voi fruitori nella nostra comune passione verso l’arte non meritavamo questa frattura.
www.antonioballista.com


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