#tempoCalmo: 5 domande ai musicisti italiani in tempo di coronavirus: Alessandro Perini

Alessandro Perini compositore
1 - Come passa il suo tempo?
Non è che la vita sia cambiata molto, semplicemente lavoro più terminando progetti lasciati in sospeso che iniziando nuovi progetti. Qui in Svezia non siamo, per ora, in lockdown, e tutto procede regolarmente, se non che non ho accesso agli studi dove talvolta lavoro sui miei progetti, e inoltre una quindicina concerti in cui ero coinvolto (più che altro come organizzatore) son stati annullati, e dopo di essi tre residenze di 4 settimane ciascuna.
2 - Di cosa si sta occupando?
Finalmente ho il tempo per mettere mano alla documentazione di progetti passati e riorganizzarla online. Inoltre sto per (ogni giorno procrastino) rimettermi al lavoro su un progetto di ricerca indipendente per il quale ho già chiesto di estendere il termine di due anni, non avendo avuto il tempo di terminarlo nel 2018 come previsto originariamente. Inoltre sto lavorando su un podcast in 22 puntate con un amico che sta in Italia, ma questa è un'altra storia.
3 - Cosa propone di vedere e ascoltare della sua musica?
Dice bene "vedere" perché molta della mia musica funziona solo quando la si guarda. Per esempio Three Studies For Two Voices dove la voce dei cantanti è sostituita da dei micro-speakers all'interno delle loro bocche. Per chi ha bisogno di un suono più orchestrale c'è Zoom/Connect , e per chi invece di ascoltare suoni ne ha piene le scatole, e il suono preferisce immaginarlo, consiglio di dare un'occhio ai Fossili Sonori.
4 - E della musica in genere?
Bernard Parmegiani, De Natura Sonorum : è un manuale di composizione.
5 - Qual è il colore della musica?
Bianco, perché il bianco contiene tutte le frequenze.
Infine, qual è la composizione che ha cambiato al sua vita?
Difficile che un pezzo cambi una vita, ma Inori di Stockhausen forse è stato il primo pezzo a dirmi che la musica "contemporanea" può anche essere bella da ascoltare.
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