Enzo Restagno , presidente della giuria del 1° Concorso Internazionel di composizione musicale Audire Musica delle Sfere propone una breve, ma incisiva riflessione sull'esito di questa esperienza. Qual è la carta vincente di questo concorso nel novero delle iniziative affini e nell'attuale contesto della musica in italia? La prima sorpresa è stata il numero dei partecipanti, più di 200 partiture arrivate ad Asti un po' da tutto il mondo e si trattava della prima edizione di un concorso che era stato pubblicizzato soltanto "on line"; un trionfo dunque anche solo per la tipologia della comunicazione! Qual è la qualità delle composizioni presentate in questa prima edizione?
La qualità delle composizioni era piuttosto elevata; mi spiegherò meglio attraverso la mia personale esperienza. Un lettore esperto si trova talvolta davanti a partiture che appena aperte si scartano, tanto è palese la mancanza di professionalità dell'autore. Bene: su tutte le partiture visionate i casi del genere sono stati pochissimi, non più di 7 o 8. E' un dato estremamente significativo! Quali differenze ha rilevato nella formazione di partecipanti provenienti da diversi paesi? I luoghi di provenienza e quindi le scuole e i maestri frequentati hanno decisamente meno incidenza che in passato; certo l'occhio molto esperto riesce a scorgere dei 'tic' della scrittura che denotano familiarità con stili e tradizioni compositive e interpretative, ma complessivamente tra la partitura di un giapponese e quelladi un tedesco o di un francese o di un inglese ci sono poche e lievi differenze. I tratti peculiari non dico che non esistano più, si attenuano nella fase formativa e, se in seguito, il compositore fa una buona carriera riemergono a un livello alto. Sono insomma una conquista, qualche cosa che il compositore deve essere in grado di permettersi! Quanto è importante per un compositore partecipare ai concorsi di composizione oggi? Partecipare a un concorso è importantissimo prima di tutto perché si rischia di vincere e poi perché è il modo migliore di confrontarsi dialetticamente con la realtà. I giudici non sono infallibili ma mettono a disposizione tutta laloro esperienza e hanno perfino la possibilità di imparare quella che oserei definire una sorta di preziosa metereologia dell'arte contemporanea.
17 aprile 2012
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