Organologia
L'Arpa moderna - La scrittura e la notazione, lo strumento e il repertorio dal '500 alla contemporaneità
di Lucia Bova
prefazione di Luis De Pablo

ISBN 978-88-900691-4-7, Suvini Zerboni ed., Milano 2009

Descrizione: L'arpa moderna di Lucia Bova presenta un'indagine sulla scrittura per arpa all'interno del repertorio solistico e cameristico in un periodo storico che va dal '500 ai nostri giorni. Alla base di questa indagine c'è l'idea che ciascuno strumento ha una propria natura che non è determinata semplicemente ed esclusivamente dalle caratteristiche strutturali dello strumento ma è qualcosa di più complesso, che nasce dall'interazione tra lo strumento e la fisicità dello strumentista. Questa fisicità si è modificata nel corso dei secoli per andare incontro alle metamorfosi che l'arpa ha subito e per seguire le trasformazioni dello stile e delle prassi esecutive. In tal senso diverse volte nel libro si usa l'espressione "scrittura idiomatica" intendendo quella scrittura che essendo espressamente pensata in funzione di un particolare strumento, della fisicità dello strumentista e del risultato acustico ottenibile, può arrivare ad essere così indissolubilmente legata al tale strumento da essere quasi improponibile su altri. Come accade per certe espressioni tipiche di una lingua che una volta tradotte perdono sfumature, sottintesi, e parte del loro significato, così un pezzo realmente idiomatico per arpa può essere adattato ad un altro strumento solo perdendo qualità timbriche e dinamiche, colori e gesti che sono parte imprescindibile del discorso musicale. I momenti più significativi dell'evoluzione della scrittura per arpa sono spiegati e documentati con numerosi esempi tratti dalle pagine più importanti del repertorio della storia della musica occidentale. Anche da questo punto di vista L'arpa moderna intende prendere le distanze dai numerosi testi che delineano storie "minori" di arpe ed arpisti, e vuole invece rintracciare la presenza dell'arpa nella grande storia della musica, mostrando l'uso che di essa è stato fatto nelle pagine dei maggiori compositori della tradizione storica occidentale. Numerosissimi esempi tratti dalle opere di Varèse, Maderna, Berio, Petrassi, Donatoni, Takemitsu, Crumb, Henze, Scelsi, Carter, Ferneyhough, Holliger, Bussotti, Birtwistle, Gubaydulina, Jolas, Schnittke, Yun, De Pablo, Boulez e Stockhausen (e molti altri ancora tra i contemporanei) e di compositori della tradizione storica quali Mozart, Fauré, Ravel, Debussy, Stravinskij, Schönberg, Webern, Britten, Dallapiccola, Malipiero e Puccini, consentono di accostarsi con consapevolezza alla scrittura per questo strumento e di comprendere la complessa interazione tra le peculiarità strutturali e la fisicità dello strumentista. Esistono vari testi di storia dell'arpa che trattano le trasformazioni subite nel corso dei secoli dal punto di vista organologico, esaminando i numerosi tentativi fatti dai liutai per trasformare l'arpa da strumento diatonico in strumento in grado di suonare e modulare in tutte le tonalità. L'ampio testo in inglese di Roslyn Rensch (1998: Harps and Harpists) è un testo esclusivamente storico e focalizzato sul Settecento e Ottocento, mentre il Novecento e la scrittura moderna sono del tutto assenti. Anche il recentissimo testo in italiano di Anna Pasetti (2008: L'arpa), dedicando uno spazio limitato al Novecento e alle produzioni contemporanee, non si interessa dell'evoluzione della scrittura per arpa ed è più concentrato sugli aspetti organologici. I lavori dedicati specificamente alla scrittura per arpa sono pochissimi. Il testo di Hans Kunitz (1960: Die Instrumentation, Teil XI: Harfe) fa parte di una serie di grossi volumi in lingua tedesca e approfondisce unicamente la scrittura tradizionale senza descrivere le caratteristiche dello strumento e le conseguenti particolarità linguistiche. Il volumetto in lingua inglese di Stanley Chaloupka (1976: Harp Scoring), oltre ad interessarsi esclusivamente della scrittura più tradizionale per arpa, non tratta gli aspetti legati alla struttura dello strumento e alle peculiarità della tecnica arpistica; quindi è adatto solo per chi intende scrivere qualche breve passaggio in orchestra. Il testo "storico" di Carlos Salzedo (1921: Modern study of the Harp), analogamente al testo di Ruth Inglefield - Lou Neill (1985: Writing for the pedal harp), entrambi in lingua inglese, al contrario si interessano esclusivamente della scrittura sperimentale, limitandosi all'elencazione dei vari modi d'esecuzione, senza dare spiegazioni più approfondite, o fornire esempi di scrittura musicale. Vi sono poi numerosi testi di orchestrazione in varie lingue, ma dovendo trattare tutti gli strumenti dell'orchestra dedicano pochissime pagine all'arpa, e quindi sono utili per scrivere una parte d'orchestra, ma sono assolutamente inadeguati nel caso in cui si voglia comporre un lavoro solistico o cameristico dove l'arpa abbia un certo peso. L'arpa moderna di Lucia Bova è diviso in tre parti principali: i primi tre capitoli, trattando la storia dello strumento e il suo repertorio solistico e da camera dal Cinquecento al Novecento, si rivolgono a tutti quanti desiderino approfondire la storia dello stile compositivo e della scrittura per questo strumento (studenti, arpisti, compositori, storici e musicologi); i capitoli da IV ad VIII, approfondendo le caratteristiche dello strumento e della scrittura tradizionale per arpa, sono uno strumento di conoscenza ideale per i compositori e gli arrangiatori interessati a comprendere le peculiarità dello strumento e della tecnica arpistica; il capitolo IX, trattando in maniera approfondita i nuovi modi d'esecuzione con spiegazioni, esempi di notazione e schede tecniche, è particolarmente indicato per interpreti, studenti di arpa e compositori interessati alle più recenti espressioni musicali. Nell'editoria internazionale il trattato di Lucia Bova colma una lacuna pluridecennale e si rivolge quindi non solo agli studenti ma anche a chi svolge la professione di interprete, musicologo, insegnante o compositore. Inoltre la grande quantità di informazioni e di esempi e l'ampiezza del periodo trattato potrebbero renderlo un testo difficilmente sostituibile anche in futuro. Luis de Pablo