Fosfeni
di Mirco De Stefani
CRR9507 1995

Descrizione: Seconda parte di un ciclo compositivo ispirato all’omonima trilogia di Andrea Zanzotto e comprendente anche Il Galateo in Bosco e Idioma, Fosfeni si pone come particolare momento di sperimentazione attorno alla difficile e sempre inverificabile convivenza tra poesia e musica. La composizione non sviluppa una netta strutturazione interna e i singoli brani si susseguono senza evidenti ripartizioni programmatiche. Alla voce recitante è affidato il compito di percorrere, sobbalzando per biforcazioni e diramazioni, l’incerto crinale che sovrasta e interseca le risultanti combinatorie “ordinatamente caotiche” di una partitura a sua volta precipitata entro l’idioma / a moltiplicarne le spine i ghiaccioli. Il possibile “significato” di tale irreversibile e “catastrofico” moto esploratorio va ricercato nell’instabile interfaccia e nel turbolento proliferare di rifrazioni/diffrazioni tra testo poetico polisemico e ordito musicale; nel rapporto di reciproca attrazione/repulsione tra elementi fonico-semantici e acustici; nella continua fluttuazione dei livelli di scrittura e della gerarchia d’ordini; negli intrecci, rinvii, equilibri di grovigli, stratificazioni, ipercicli, isole d’ordine (palindromi), punti di folgorazione, che identificano le relazioni polifoniche tra recitante, quartetto vocale e orchestra; nella tendenza dello spettro cromatico risultante a cristallizzarsi in gangli e modelli di superiore autorganizzazione, affioranti sulla linea di confine tra ordine e caos in cui fisico [lisca] / e metafisico stanno in violenti equilibri a braccio di ferro / si cercano, a strappi a immobilità, in forsennati equilibri / nelle più ghiacciosottili instabilità… Questo rapporto di tensione/coazione fra opposti polari – che si richiamano reciprocamente come manifestazione di una medesima realtà articolata su due aspetti collocati su un piano di ideale uguaglianza rappresentativa – indica il necessario legame e insieme la necessità di considerare entrambi gli aspetti, il musicale e il poetico, come forme di una più originaria unità. I “vortici di segni e punti luminosi” generatisi tra esplosive spinte centrifughe e il sempre incombente collassare, sono gli indizi di un divenire problematizzato, dove il senso e il suono/luce si dispongono nell’immobile visibilità iconica di una partitura-diagramma-graffito, nel cui silenzio baluginano, entro innumerabili estrazioni di tempo, le rispettive forme ed entropie. Il logos, che Zanzotto intuisce quale “forza insistente e benigna di raccordo, comunicazione, interlegame”, può così alludere anche a questo desiderio di avvicinamento, di contaminazione, di corrispondenza assolutamente inevitabile che la musica intrattiene con la poesia, nella convergenza fondamentalmente complessa dei rispettivi processi scritturali e della loro sofferta attuazione/rappresentazione nello spaziotempo. Mirco De Stefani

Titoli ed esecutori