La Fondazione CR Firenze ha offerto il premio in denaro al vincitore, Edizioni Curci e CIDIM per la pubblicazione della partitura vincitrice. Inoltre, il CIDIM ha contribuito alla registrazione del concerto della finale per la diffusione dei finalisti attraverso gli Istituti di Cultura Italiana Curriculum dei finalisti MATTEO RUBINI compositore, pianista e scrittore, nato a Parma nel 1976. Della sua "Dantesca" dice: "Ho inteso l'intero viaggio della Commedia come un percorso che porta all'individuazione”, al superamento dell’ombra. Dalle “stelle” si scende nella "grotta" in una discesa che racconta il viaggio “infernale” dentro di sé, un tragitto che porta alla propria elezione, alla grazia intesa come liberazione dai condizionamenti, come consapevole affermazione di sé. Dalle instabili frizioni infernali all'omoritmia triadica e consonante del paradiso passando per il viatico conflittuale delle pulsioni ritmiche del purgatorio" STEVEN HEELEIN È compositore e direttore d'orchestra. È nato nel 1984 in Germania. Il componimento presentato si intitola "Nachbild": Alla fine della cantica del Paradiso della Divina Commedia e terminato il suo viaggio spirituale e letterario attraverso gli abissi dell'animo umano e le profondità del peccato, a Dante viene permesso di vedere la Trinità. Accecato dall'eccesso di verità e dall'iridescente splendore, il poeta può solo frammentariamente, e in maniera imperfetta raccontare la sua esperienza con Dio. Quello che gli rimane dopo l'incontro è un'eco dell'immagine divina che Dante tenta di riportare al lettore attraverso la sua poesia. La mia musica Nachbild - in italiano "l'immagine residua" - tenta di approcciare il mistero di Dio. DAVID JOHN ROCHE Compositore inglese, classe 1990. Il brano ispirato al Sommo Poeta presentato si intitola "The waves I ride have never yet been crossed" e lo racconta così: "Dante spiega che le sue descrizioni del Paradiso saranno insufficienti, non tanto perché Dio è inspiegabile, ma perché nessuno ha intrapreso prima di lui quel viaggio. Le onde sonore del mio brano rappresentano il desiderio e il senso di vicinanza che si possono provare nei confronti di Dio. Ma più uno pensa di essersi avvicinato più scopre - che in vita - non potrà veramente conoscere nessun Dio. Possiamo solo immaginare come possa essere – godendo delle opere che creiamo e abbandonandoci ad esse. Questo è il caso di capolavori come quello della Divina Commedia e dei lavori di comuni mortali - come lo sono io!" |