Ad una voce: parla il Quartetto Sincronie
Il Quartetto Sincronie è un quartetto d’archi formato da Houman Vaziri e Agnese Maria Balestracci ai violini, Arianna Bloise alla viola e Maria Miele al violoncello: si dedica principalmente al repertorio del Novecento, con particolare attenzione alla musica strumentale in Italia, scegliendo di seguire le evoluzioni e innovazioni proprie di tale periodo, e proponendo uno sguardo che metta in evidenza l’ampliamento dei linguaggi e i molteplici sviluppi creativi.
Qui si presenta in vista di SINCRONIE Festival , sei concerti organizzati a Roma con la Fondazione Mohsen Vaziri Moghaddam.
Da dove venite? La nostra formazione accademica è avvenuta in tre conservatori italiani, quello di Roma per Houman e Arianna, Siena per Agnese e Campobasso per Maria; come quartetto ci siamo perfezionati presso l’Accademia Stauffer e la Scuola di Musica di Fiesole, con maestri come Miguel Da Silva, Andrea Nannoni e il Quartetto di Cremona. Altrettanto importante è stato l’incontro con il Tana Quartet, Luca Sanzò e Daniele Bravi.
Dove andate? La nostra prossima meta, in termini temporali, è Roma, dove stiamo organizzando il Festival che si svolgerà, nello specifico, all'Ex Cartiera presso il Parco Regionale dell’Appia Antica, a Palazzo Merulana e al Castello di Santa Severa: luoghi geograficamente vicini in cui vorremmo porre le basi per approdi più lontani.
Cosa avete fatto finora? Fino ad ora il nostro percorso si è svolto con una fondamentale spinta: la curiosità. Abbiamo attinto alla varietà dei repertori, cercando di sperimentare i linguaggi più diversi, da quelli storici fino ai contemporanei. A fianco di questa spinta ci sono capitate collaborazioni importanti, come quella con Sandro Cappelletto per Rai 5, con il Teatro dell'Opera di Roma in qualità di quartetto in scena e, più recentemente, quella con Daniele Bravi e la sua classe di composizione. Nell'ambito della musica contemporanea abbiamo collaborato con Nuova Consonanza, Est-Ovest Festival, Dialoghi sul Comporre.
Cosa farete? Con il Festival abbiamo scelto di proporre due percorsi, autonomi ma ideati con lo stesso fine: entrare nel percorso di ricerca creativa e artistica ed esplorare i linguaggi, frutto di questa stessa ricerca. Così i due percorsi seguono da una parte il repertorio italiano per quartetto d’archi dagli inizi del 900 fino ad oggi, dall’altra l’opera di Mohsen Vaziri, lungo tutta la sua vita artistica. Il percorso musicale che proponiamo si focalizza sul repertorio italiano del 900, ma in generale ruota attorno alla ricchezza, alla completezza della musica da camera, come luogo di incontro di singole identità, ciascuna chiamata in causa e messa in discussione al fine di rispondere, con un’unica voce condivisa, all’opera musicale.
Perché? Essenzialmente desideriamo soddisfare la curiosità che muove le nostre scelte artistiche e condividere i risultati con un pubblico desideroso di scoprire alcune delle sfaccettature dell’arte del secolo scorso, fino ad arrivare ad oggi. Partendo dalla nostra necessità di ricerca musicale e artistica, approdiamo ad un momento di scambio, proponendo il nostro racconto e il nostro punto di vista. La proposta musicale inoltre, offre una rosa di autori non eseguiti frequentemente e, secondo noi, un patrimonio da ravvivare e diffondere.
Come scegliete le composizioni e gli autori del vostro repertorio? Sono stati i vari incontri che hanno man mano delineato le nostre scelte e ci hanno aiutato a scoprire che ci trovavamo a nostro agio nell’affrontare i nuovi linguaggi, a sperimentare sui nostri strumenti, a “decifrare” partiture, a confrontarci con chi prima di noi aveva eseguito il brano per chiedere consigli, o con chi il brano l'ha inventato e scritto. Tutto ciò ci ha permesso di definire due strade: il '900 in Italia e la musica d’oggi.
"Ricerca musicale e artistica": in cosa consiste per voi? La nostra ricerca è volta a sviluppare il suono del gruppo, qualsiasi sia l'opera affrontata, il quartetto si incontra con la partitura, portando ogni componente a proporre la propria idea, la propria cantabilità, il proprio gusto, in un processo di confronto e scambio, di influenza e contaminazione reciproca, per cui, l'oggetto finale, la voce risultante, è propria del Quartetto, non più appartenente solo al singolo, ma al singolo all'interno del gruppo.
Cosa comunica la musica oggi, per voi? La musica d'oggi risponde all'oggi, come la musica di ieri rispondeva al suo tempo. Ci poniamo in un'ottica di continuità che vede la musica come mezzo d'espressione, come ambito di ricerca, che risponde al periodo storico in cui viene ideata e utilizzata, influenzata da avvenimenti storici, scoperte scientifiche, realtà sociale e ambito culturale. Oggi la ricerca compositiva si spinge nella sperimentazione sugli strumenti, i timbri, la contaminazione con l'elettronica. Sta a noi esecutori, scegliere di sottoporre all'orecchio e alla curiosità del pubblico le opere frutto del nostro tempo, introducendone i linguaggi, spiegando i parametri compositivi; fondamentalmente chiedendo un'apertura a chi ascolta, che si lasci coinvolgere da ciò che di nuovo accade.
Caterina Santi

Quartetto Sincronie http://www.quartettosincronie.it/