'La parola è stravagante, ma Ondiola vorrebbe essere un contenitore (o insieme di contenitori), un habitat di diversi pensieri, proprio sull'immagine di un terrario; non ho trovato di meglio che pensiAri': l'autore di questo spazio è Francesco Maria Paradiso che si propone di 'costruire un funzionale, preciso e qualificato strumento di trasmissione del sapere/i. Così Ondiola prende forma e si sviluppa per raccogliere, fissare e stabilire nessi, relazioni con tutto ciò che potrebbe favorire il cammino per approssimarsi al centro [ai centri] dei sonoro-musicali possibili. E ciò dal momento che non si può raggiungere il cuore del suono [solo] con il suono, non si può fare musica [solo] con la musica, letteratura con la letteratura, il cinema con il cinema, e…all’’infinito’.
‘Il suono – concluse Scelsi – contiene un intero universo’. Già mi consola afferrare che Ondiola – rete di pensieri personali e di varia poetica, di logica sonora, di [belle] immagini e di [buoni] suoni musicali – non potrà mai contenerlo tutto. A metà del ‘900 l’ondiola – tastiera monofonica, tre ottave
d’estensione, un oscillatore, condensatori, amplificatore e filtri per
riprodurre timbri di fiati e archi – fu un’agevole strumento per il
consumo musicale: sostanzialmente musica da ballo.
Scegliendola per le sue possibilità – modulare l’onda sonora, suonare in
glissando, ottenerne microintervalli ed avere un costante controllo del
vibrato per i quarti e ottavi di toni – Giacinto Scelsi la trasformò
nel [suo] medium tecnologico [‘la macchina’] per svolgere il suo
pensiero, compiere la sua corsa, per stabilire il contatto con il cuore
[‘sferico e rotondo’, così si esprimeva] del Suono: ‘il compito […] –
come appuntò – è proprio quello di raggiungere il cuore del suono’.
Francesco Maria Paradiso insegna Informatica musicale e Tecnologie musicali al Conservatorio G.Verdi di Milano
Informazioni:sito web: www.ondiola.com
|