Bruno Canino & Antonio Ballista: si presentarono prestissimo in
pubblico, dando inizio ad una fortunata carriera che si è protratta fino
ad oggi senza interruzioni. Proprio il loro spirito di ricerca li portò
ad inserirsi in quel fermento di rinnovamento totale del linguaggio
musicale che, a partire dagli anni ’50, da Darmstadt si espanse in tutte
le direzioni. Le esecuzioni del Duo nel campo della “Neue Musik” ebbero
valore storico: la loro presenza fu fondamentale per la diffusione
delle nuove opere e per la funzione catalizzatrice che esercitò sui
compositori. Il repertorio contemporaneo infatti si arricchì di molte
composizioni dedicate al Duo: al Concerto per due pianoforti e orchestra
di Berio eseguito in prima esecuzione mondiale a New York con la New
York Philarmonic diretta da Boulez (la cui registrazione discografica
con la London Sinphony Orchestra sotto la direzione dell’autore valse al
Duo un prestigioso Music Critic Award), al recente Cloches II di
Donatoni. Dallapiccola, Ligeti, Boulez, Kagel, Bussotti e Cage
effettuarono concerti col Duo, e Stockhausen collaborò personalmente a
una lunga tournée con il suo Mantra.
La indiscussa autorità del Duo riuscì ad introdurre la nuova musica
persino nelle società di concerti più tradizionali, come il “Quartetto” a
Milano, per il quale furono eseguiti i “Tableaux vivants” di Bussotti.
Oltre
alla musica contemporanea, il Duo suona regolarmente anche il
repertorio classico, anche quello meno frequentato come la Nona Sinfonia
di Beethoven nella trascrizione di Liszt, e la Sagra della Primavera di
Stravinsky trascitta dallo stesso autore per pianoforte a quattro mani.
La critica è sempre stata pronta a rilevare la ricchezza dialettica
che anima le esecuzioni del Duo: la differenza dei loro temperamenti
offre al pubblico l’impressione che ognuno di essi trovi nell’altro il
proprio “alter ego”. Ma ciò che più stupisce nel loro sodalizio è che la
loro storia musicale individuale, nel corso di tutti questi anni non
abbiano minimamente appannato la loro rara fusione, anzi, il loro
continuo ritrovarsi dà l'impressione di sempre rinnovata freschezza.
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