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#tempocalmo: 5 domande a musicisti in tempo di coronavirus: Franco Ascolese
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale? In questo periodo così particolare della mia vita, che ricorderò per sempre, ho avuto soprattutto la possibilità di ritrovare ancora di più me stesso e concentrarmi sui miei obiettivi. Mi sono dedicato a migliorare ancor più la mia tecnica personale e sopratutto ho avuto più tempo per dedicarmi alla lettura di un nuovo repertorio che da tempo desideravo affrontare. Inoltre, ho goduto dell’ascolto di grandi musicisti, spaziando da Pavarotti a Rostropovich. Per quanto riguarda il mio percorso musicale sono felicissimo di essere stato inserito in un prestigioso cartellone quale essere la Stagione Musicale “I giardini La Mortella” di Ischia (Fondazione William Walton), dove mi esibirò con la pianista Laura Cozzolino. Questa stagione musicale è organizzata dal direttore artistico M° Lina Tufano e ospita autorevoli musicisti provenienti da importanti accademie e scuole internazionali come la Hochschule für Musik - Hannover, Scuola di Musica di Fiesole, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Fondazione Accademia Walter Stauffer - Cremona e Chetham’s School of Music - Manchester. Con la Cozzolino mi sono già esibito in numerosi concerti internazionali visitando paesi stupendi come la Germania, la Russia, la Grecia ed infine in Italia, caratteristico il concerto alla Maddalena, isola principale dell'Arcipelago - Sardegna. 2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming? In questo periodo di lockdown sono stato molto attivo in streaming. Mi sono state richieste più esecuzioni per portare il messaggio universale della musica sull’etere, arrivando al pubblico bloccato in casa. Tra le più importanti quella offerta al Lions Club International ma soprattutto ho avuto il grande onore di partecipare all’ensemble di flauti ideato dall’Associazione Flautisti Italiani in collaborazione con il CIDIM che mi ha permesso di dare un mio contributo a fianco dei più grandi flautisti internazionali. 3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato? Questa Pandemia che ha coinvolto tutti noi ed è ancora in essere in molti paesi del mondo, ha senz’altro modificato il nostro modo di pensare sull’offerta musicale dal vivo. Sono però dell’avviso che l’attuale timore dell’aggregazione sociale, comunque, inevitabilmente scemerà ma qualcosa di nuovo dovrà pur essere ideato per far sì che il messaggio musicale che accomuna ogni essere vivente sia perpetuato anche alle future generazioni e si dovrà sopratutto pensare a questa utenza di enormi masse giovanili che inevitabilmente continuerà ad aggregarsi in futuro. Penso che occorrerà innanzitutto fare un lungo lavoro didattico nella scuola di ogni ordine e grado, soprattutto nei licei musicali e nei conservatori, dedicato alla guida e consapevolezza di un’ascolto completo e colto alla musica di qualsiasi varietà. Poi la tecnologia, che da sempre affianca ogni nostra attività, potrà senz’altro, in un futuro prossimo, ci auguriamo non lontano, darci una mano come per esempio, creare al posto dei maxi schermi, degli enormi ologrammi tridimensionali (già esistenti in via sperimentale) proiettati contemporaneamente in diversi siti di una città evitando in questo modo l’aggregazione sociale massiva e restituendo il ruolo culturale di aggregazione delle splendide piazze delle nostre storiche città italiane. Sarà senz’altro possibile, quando l’umanità avrà a disposizione un vaccino che finalmente farà ridurre la necessità del distanziamento nei teatri e luoghi sacri dell’ascolto. 4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia? Il futuro prossimo venturo per il settore musicale sarà senz’antro difficile, alterno e ricco di incognite e inevitabilmente sarà ancora di più limitato per i giovani artisti. Sarebbe ovviamente auspicabile un passaggio culturale che consenta la necessità di creare anche nelle singole regioni e province d’Italia l’istituzione di orchestre giovanili che darebbe ai giovani talenti la possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro in maniera professionale e meritocratica. A tale riguardo non solo la cultura ma soprattutto gli investimenti economici, gestiti da una politica più attenta alle esigenze sociali e soprattutto giovanili, sarà indispensabile per evitare la dispersione delle sempre più limitate risorse. Sono dell’avviso che anche questa volta un aiuto a questo cambiamento generazionale sarà dato dalla tecnologia. Quando finalmente la velocità della rete sarà migliorata e fruita da una sempre più maggiore utenza, tutto inevitabilmente, cambierà. La possibilità tecnologica permetterà finalmente una completa riorganizzazione dei diritti d’autore (SIAE) che consentirà un guadagno certo a gratificazione dell’impegno professionale anche dei giovani musicisti che dovranno essere sempre più imprenditori di se stessi. Questa mia considerazione deriva dal pensare che in futuro, se non ci sarà un vero cambiamento sociale, culturale e politico sarà sempre più difficile creare giovani orchestre. Il più sempre alto numero di giovani artisti dovrà pur trovare uno sbocco economico per una sussistenza etica e realizzare un propio spazio lavorativo e la creazione responsabile di un nucleo familiare, vera cellula della società. Altrimenti vi sarà un ulteriore incremento della migrazione culturale verso stati o luoghi del mondo più attenti e vicini a queste problematiche. 5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti? Un appello accorato, al publico dei concerti è quello di coltivare sempre di più l’amore all’ascolto della musica, quest’arte così difficile e sublime che eleva gli spiriti di ognuno. Appena le condizioni socio-sanitarie lo consentiranno ci auguriamo noi tutti che la maggior parte del pubblico possa di nuovo rinnovare gli abbonamenti ed acquistare sempre più biglietti affinché l’intera macchina logistica ed organizzativa che ruota intorno agli artisti possa finalmente di nuovo ricominciare a vivere. © Cidim |