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INTERVISTE
#tempocalmo: 5 domande a musicisti in tempo di coronavirus: Deborah Kruzansky
1 - Come passa il suo tempo e di cosa si sta occupando sul piano musicale? La mia giornata-tipo in quarantena è così. Appena sveglia ascolto ad alto volume almeno due CD tra i 4000 che ho accumulato negli anni e che mi ero ripromessa di ascoltare. Poi studio il Flauto per circa tre ore. Nel pomeriggio studio il Pianoforte, vecchio amore trascurato per anni. Poi lezioni on line con i miei studenti. Infine, suono duetti con mio marito (flautista) e poi lo aiuto ad arrangiare e revisionare brani per diversi ensemble di flauti. 2 - Ha proposto sue esecuzioni in streaming? Non ho proposto esecuzioni musicali in streaming perché, a mio modo di vedere, la Musica è un’arte che va ascoltata dal vivo, con le vibrazioni, il suono e tutti gli armonici che possono essere prodotti con le differenti acustiche delle sale da concerto. L’ascolto attraverso un piccolo altoparlante di computer o telefonino è molto limitativo. Il suono di ogni interprete rischia di perdere le sue prerogative, le sue specificità. E poi non si percepiscono i colori, le dinamiche. Componenti essenziali nella musica colta. 3 – Terminata l’emergenza COVID - 19 a suo avviso il modo di fruire la musica dal vivo sarà lo stesso o ripensato? Penso che in futuro ci sarà un ripensamento della musica, come quando siamo passati dalle registrazioni analogiche e dai suoni dei LP a quelli digitali di CD e DVD. Sono certa che il pubblico continuerà a frequentare assiduamente teatri e sale da concerto. Perché le emozioni che può dare un concerto o un’opera lirica dal vivo, sono davvero uniche e impareggiabili. 4 - Quale futuro lavorativo si prospetta per il settore e soprattutto i giovani interpreti dopo la pandemia? I giovani si adatteranno molto rapidamente a tutte le novità. Sono bravissimi con i nuovi mezzi tecnologici. Però l’interpretazione della Grande Musica rimarrà per sempre. Per questo motivo i giovani vanno incoraggiati sempre a suonare al meglio i loro strumenti musicali. La Musica è insita nell’uomo. In ogni uomo batte un cuore e quindi il ritmo, la musica nascono e vivono con noi. Non esiste un uomo senza Musica. Nessun virus potrà mai limitare la Musica, che ha superato indenne guerre, carestie, terremoti e pandemie. Risorgendo sempre. Perché La Musica, la grande musica, è eterna. E sarà sempre più necessaria la presenza di grandi interpreti e insegnanti che contribuiscano a tramandare ai posteri i grandi capolavori del passato. 5 – Vuole rivolgere un pensiero/appello al pubblico dei concerti? Non esiste una esperienza digitale che può dare sensazioni ed emozioni pari a una esecuzione dal vivo. Come ho detto prima il pubblico tornerà a gremire teatri e sale da concerto. Anche perché la musica dal vivo, è la migliore terapia che esista al mondo. © Cidim |